Scheda riassuntiva e proiettiva di Mauro Cavoli



Itinerario storico normativo dal 2007 al 25 marzo 2015 e successivo possibile percorso  per dare soluzione alla nostra critica condizione lavorativa .

La storia di un Polo Unico di medicina fiscale nasce alla fine del 2007, quando le commissioni parlamentari, a conclusione dell’indagine conoscitiva sul riordino degli Enti Previdenziali indicarono, tra l’altro, il trasferimento delle competenze su tutti gli accertamenti medico legali dall’INPS alle AASSLL, come era prima del 1983.
In quel periodo si svolgevano gli incontri al ministero del lavoro per il rinnovo del decreto e, anche a seguito delle notizie provenienti dal Parlamento, fu chiesto di inserire la blindatura degli incarichi  per cercare di tutelare, quanto più possibile, i medici di lista.
Nel 2008, a seguito delle controversie sorte tra le ppaa e le aassll ca l’onerosità delle visite fiscali, nella legge Brunetta fu inserita la norma che obbligava le Aziende Sanitarie Locali ad effettuare le vmcd sui dipendenti pubblici senza oneri per le ppaa, precludendo, quindi, qualsiasi possibilità della costituzione di un polo unico c/o l’INPS.
Con la sentenza del giugno 2010, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma inserita nella legge Brunetta, ma soltanto nel 2011, con l’entrata in vigore del DL 98/2011, e l’assegnazione dei fondi direttamente alle ppaa, si è riaperta la possibilità della costituzione di un polo unico.
I decreti attuativi del dl 98 sono stati emanati nel 2012 e subito a seguire sono stati presentati, a novembre dello stesso anno, alla legge di stabilità 2013, i primi emendamenti per la costituzione del polo unico, ma senza successo.
Alla fine del 2012 gli emendamenti furono riproposti in commissione igiene e sanità del Senato, grazie anche alla disponibilità dell’allora Presidente Ignazio Marino, dove era in discussione il DDL “omnibus” cd decreto Fazio dal nome dall’ex ministro ma, a seguito dello scioglimento del Parlamento ed indizione di elezioni anticipate, non furono portati in discussione.
Il resto è ormai storia recente degli ultimi 2 anni che tutti conoscono.
Il rischio, basta vedere quanto accaduto in questi giorni, che alcuni avevano sottovalutato, o forse no, nella fretta di proporre un modello di polo unico che non tenesse conto prima di salvaguardare i sanitari incaricati, era ed è che venissero scalzati i medici di lista in quanto privi di tutele.
Prima bisognava mettere al sicuro gli incarichi e solo successivamente procedere al trasferimento delle competenze.
Fortunatamente per i medici incaricati le cose sono andate diversamente e le due leggi approvate, il blocca liste e il priorità, stanno consentendo un traghettamento verso la “cosa” con maggiore tranquillità anche se rimane alta l’attenzione verso eventuali ulteriori colpi di mano.
Deve essere prioritaria, da parte di tutti i soggetti che a vario titolo rappresentano i medici di lista,  l’evoluzione dei rapporti in essere senza intraprendere pericolosi voli pindarici.
Non è necessario, anzi è del tutto controproducente, in quanto potrebbe minare il concetto stesso di liste ad esaurimento, e indurre l’Ente a formare delle graduatorie, l’eventuale richiesta del riconoscimento di un punteggio per l’attività svolta per accedere o confermare l’incarico.
Tra qualche giorno il ddl sarà in Aula per l’approvazione e non è esclusa la presentazione di un ulteriore emendamento, richiesto dal Ministro al Relatore, riguardante la corretta individuazione delle risorse e loro distribuzione.
Una volta approvato dal Senato, il ddl approderà alla Camera e, se non verranno apportate modifiche, sarà legge dello Stato; diversamente si potrebbe innescare il cd “ping pong” tra i due rami, con il ritorno al Senato.
Approvata la legge, l’Esecutivo avrà a disposizione fino a 24 mesi per emanare, sentite le OOSS, i decreti legislativi, e se non dovesse adempiere entro questo termine, la delega decadrebbe almeno di un’ulteriore proroga votata dal Parlamento.
Dovrebbe essere previsto, almeno di una grossolana forzatura, anche il passaggio in Conferenza Stato Regioni per l’acquisizione del previsto parere e stabilire l’entità delle risorse dalle quali dipenderà la consistenza numerica e  la tipologia contrattuale,  nonchè quanti e quali medici in rapporto con il SSN potranno essere interessati all'inserimento nelle  attività.
Con il decreto delegato, inoltre, verranno stabiliti anche i criteri e i termini entro i quali emanare i decreti ministeriali che entreranno nel dettaglio della disciplina individuando anche le tipologie contrattuali dei sanitari.
Per quanto riguarda l’eventuale modifica delle fasce orarie per i dipendenti pubblici, questa avviene, ai sensi del decreto legislativo 165/01, tramite l’emanazione di un semplice decreto ministeriale da parte del Ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione.

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