PERCORSO CHE HA PORTATO ALLA NASCITA DEL CD POLO UNICO
Capita di sentire in giro varie versioni sulla nascita del polo unico, qualcuna condita anche con qualche autoriconoscimento. Cerchiamo di ripercorrere, facendo riferimento a documentazione ufficiale, la strada che ha portato a questo avvenimento.
La nascita del cd polo unico di medicina fiscale, risale al 2007, quando la Commissione Parlamentare di controllo sul’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, a conclusione della indagine conoscitiva, indicò al Parlamento che si doveva procedere alla unificazione tra INPS, INPDAP e ENPALS per quanto riguarda la previdenza e tra INAIL, IPSEMA e ISPESI per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro.
IL Parlamento e i Governi che seguirono, come sappiamo, attuarono quanto previsto dalla Commissione Parlamentare.
Nel documento conclusivo del 2007, la Commissione aveva anche indicato, per quanto riguarda le visite fiscali:
d) la riunificazione di tutte le prestazioni mediche oggi frammentate nei vari istituti. Alle ASL, sempre in via esclusiva, può essere affidato il controllo sull’assenza per malattia dei lavoratori, oggi svolto anche dall’INPS
quindi, secondo l’indagine conoscitiva, il Parlamento aveva individuato, nelle AASSLL, il luogo dove costituire il polo unico di medicina fiscale.
Il Governo iniziò a seguire la strada tacciata dal Parlamento e con l’articolo 71 DL 112/2008, convertito dalla legge 133/2008 e dall’articolo 17, comma 23, DL 78/2009 convertito dalla legge 102/2009 stabilì che:
«5-bis. Gli accertamenti medico-legali sui dipendenti assenti dal servizio per malattia effettuati dalle aziende sanitarie locali su richiesta delle amministrazioni pubbliche interessate rientrano nei compiti istituzionali del Servizio sanitario nazionale; conseguentemente i relativi oneri restano comunque a carico delle aziende sanitarie locali.
5-ter. A decorrere dall'anno 2010 in sede di riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale e' individuata una quota di finanziamento destinata agli scopi di cui al comma 5-bis, ripartita fra le regioni tenendo conto gli accertamenti sono effettuati nei limiti delle ordinarie risorse disponibili a tale scopo.».
5-ter. A decorrere dall'anno 2010 in sede di riparto delle risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale e' individuata una quota di finanziamento destinata agli scopi di cui al comma 5-bis, ripartita fra le regioni tenendo conto gli accertamenti sono effettuati nei limiti delle ordinarie risorse disponibili a tale scopo.».
A quel punto la macchina ormai avviata, subì un imprevisto e provvidenziale inceppamento a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n.207, del 7 giugno 2010, emessa per un ricorso presentato dalla regione Toscana contro il vincolo imposto dal Governo sui fondi stanziati per le visite fiscali.
Vi è stato un periodo di vacatio legis fino alla emanazione del DL 98/2011, che tutti conosciamo, con il quale i fondi sono stati assegnati direttamente alle PPAA svincolando le AASSLL.
Il primo decreto attuativo della ripartizione dei fondi, è del Ministero dell’Interno e risale ad agosto 2012.
I primi emendamenti, furono presentati, su iniziativa di alcuni gruppi, al DL “Balduzzi”, a settembre 2012, e prevedevano una intesa tra le regioni e inps, del tutto analoga a quella prevista per il passaggio della prima istanza sulla IC.
Successivamente, altri emendamenti che trasferivano le competenze a inps furono presentati alla legge di stabilità 2013, ma con la bufera finanziaria in corso, non vennero presi in considerazione.
Ne furono presentati altri in Commissione Igiene del Senato, a dicembre 2012, dove era in discussione il decreto “omnibus Fazio” ma, al momento della discussione subentrò la crisi di Governo e le elezioni anticipate.
Altri emendamenti furono presentati, sia al DL 101/2013 che alla legge di stabilità 2014, ma senza successo.
Alcune proposte emendative prevedevano il passaggio all’INPS delle sole competenze, lasciando le risorse nei cassetti delle PPAA. Con quello che si sente in giro oggi, a proposito della quantità di risorse che verranno destinate, questo modello sarebbe stata l’arma vincente.
Occorreva, per fare nascere il polo unico, un atto parlamentare altrettanto forte come quello del 2007, ma questa volta di segno contrario, con il quale indicare all’Esecutivo la strada da percorrere.
Ebbe inizio, così, grazie ESCLUSIVAMENTE all’iniziativa di alcuni medici, ai quali si deve il doveroso ringraziamento per aver spinto nella giusta direzione, l’indagine parlamentare sulla medicina fiscale, che si concluse a maggio del 2014 con la indicazione di costituire il polo unico, questa volta c/o l’INPS.
A giugno del 2014, il Governo presenta la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, con un decreto legge ed una legge delega.
Vengono ripresentati emendamenti sia al DL che alla legge di stabilità 2015, ma respinti in quanto, almeno da dichiarazioni in commissione bilancio, viene affermato che la sede privilegiata per discutere del polo unico è la legge delega ,il ministro della funzione pubblica lo confermerà successivamente a gennaio, dopo l’episodio dei vigili, dicendo “Avevamo pensato di inserire la norma già nella legge di Stabilità ma poi abbiamo rinunciato per non arrivare al solito provvedimento monstrum".
Il resto, è storia recente.
Senza l’indagine parlamentare e con le solite letterine a Babbo Natale, si stava ancora a carissimo amico.
“ma si informi, mi faccia il piacere", avrebbe detto il Principe
mauro