QUISQUILLIE E PINZILLACCHERE da mauro
Le attuali liste sono state costituite ai sensi del decreto ministeriale 18 aprile 1996, attuativo dell’articolo 5, comma 12, legge 638/83, confermate ai sensi del decreto ministeriale 12 ottobre 2000, la cui disciplina è stata reiterata con il decreto ministeriale 8 maggio 2008 e, infine, trasformate in liste ad esaurimento dalla legge 125/2013 cristallizzandole, con tutte le conseguenze positive anche in fatto di mobilità territoriale.
Con la trasformazione in liste ad esaurimento, automaticamente anche la durata dell’incarico da “quadriennale” è passata ad esaurimento della lista, facendo acquisire ai sanitari, ivi inseriti, importanti e fondamentali diritti soggettivi.
L’atto di indirizzo, emanato ai sensi del decreto legislativo 75/2017, ha cancellato le liste speciali rimodulando interamente la vigente disciplina. Per comprendere gli effetti dei danni procurati dall’atto di indirizzo, è sufficiente dare una letta alla proposta di convenzione presentata dal Committente e, sulla quale, come ha riferito al Parlamento il Sottosegretario al Ministero del Lavoro, si era raggiunta un’intesa con la maggioranza dei rappresentanti dei medici.
Con questo strumento normativo, che qualcuno ancora continua a lodare, si sono persi tutti i diritti acquisiti, operazione questa indispensabile e fortemente caldeggiata per poter costruire una convenzione su misura da estendere ad altre categorie.
Sono soltanto lacrime di coccodrillo quelle che si fingono di piangere ogni qual volta arriva in Parlamento un emendamento killer, perché la responsabilità di essere cancellati ricade interamente su chi, per ignoranza o per raggiungere altri scopi, non ha voluto mettere in sicurezza l’incarico quando si poteva e si doveva fare.
I soliti imbonitori, per spingere verso la rimodulazione della disciplina ad ogni costo, (forse dimentichi che se ancora lavorano devono ringraziare la disciplina vigente che li tiene artificiosamente in vita) raccontano che l’incarico potrebbe essere eliminato con un semplice emendamento perché è libero professionale “puro”. Non hanno ancora compreso, o fanno finta di non comprendere visto che non occorrono capacità da premio Nobel, ma solo perche interessati in altri progetti, che non è la natura del rapporto a stabilirne la durata, bensì le norme che lo regolamentano (l’incarico dura dal 1996 perché così stabiliscono le norme) e per questo motivo insistono nel ripetere che bisogna dare rapida attuazione all’atto di indirizzo il quale, tra l’altro, non prevede né presuppone la durata del rapporto a tempo indeterminato, anzi, esattamente il contrario.
Tra l’altro, sempre i soliti, vanno predicando il contrattino generico ad ore, diventato parasubordinato fidelizzato, quale panacea di tutti i mali, non spiegando che questa tipologia di rapporto, se contratta con una PA, non potrà mai essere a tempo indeterminato né poter avere tutte quelle tutele che si vanno promettendo con proclami giornalieri, previste solo nell’ACN della specialistica ambulatoriale o della medicina dei servizi.
L’atto di indirizzo è completamente sbilanciato a favore del Committente e lo scopo principale, oltre quello di eliminare l’incarico fino ad esaurimento della lista, introdurre norme vessatorie, eliminare le liste cristallizzate, eliminare la priorità e diminuire i compensi, far cessare l’attività a 68 anni è quello di far decadere automaticamente dall’incarico i medici fiscali, in modo tale da far perdere loro tutti i diritti soggettivi fino ad oggi garantiti.
La convenzione che verrebbe sottoscritta sulla base dell’atto di indirizzo, non aggiunge ulteriori garanzie alla durata dell’incarico; basta dargli una letta, sempre ammesso che si sia in grado di farlo.
A trarre unicamente vantaggio dall’atto di indirizzo, sono esclusivamente quei medici la cui presenza non è prevista né dalla legge delega né dal decreto legislativo e che si vedrebbero riconoscere un punteggio per un’attività che non hanno mai svolto, venendo inseriti in un unico calderone con i medici fiscali con gli stessi loro diritti. Operazione, questa, probabilmente propedeutica alla convenzione unica libero professionale con contrattino generico ad ore che affosserebbe definitivamente i medici fiscali e le risorse a questi dedicate, solo per coronare i sogni di vana gloria di qualcuno.
Per creare ulteriore spazio ai nuovi arrivati, con la scusa della fidelizzazione, sono state proposte incompatibilità che neanche un rapporto di lavoro dipendente prevede, con lo scopo di eliminare quei sanitari che svolgono, più di qualcuno per necessità dopo il 2013, incarichi di continuità assistenziale, assistenza primaria, ecc. ritenuti i “nemici della patria”, quanto, invece, il vero pericolo è rappresentato da altri, giovani e titolati.
Qualcuno potrebbe obiettare come mai non si sono svolte analoghe crociate nei confronti di quei sanitari che per anni hanno ricoperto, contemporaneamente, sia l’incarico di medico fiscale che quello di medico esterno. Ma questi sono dettagli…..
Se si voleva avere le spalle, e non solo, al sicuro, occorreva riscrivere il decreto legislativo inserendo quei famosi paletti tanto avversati dai soliti e riprendere il percorso che doveva essere attuato 4 anni fa, ripartendo dalla pubblicazione delle liste e accettazione dell’incarico con sottoscrizione della lettera di incarico fino ad esaurimento della lista.
Quelli che in questi anni hanno deriso e osteggiato la reiterazione della disciplina vigente integrata con il carico blindato, inizialmente proposto nella versione con la compensazione oraria, adesso non più possibile inserire per legge a causa della norma su l’equo compenso, ma la sostanza non cambia, sempre 90 visite minime sono, che consentirebbe anche di ottenere le stesse tutele compatibili con qualsiasi altra tipologia libero professionale e fruire dei vantaggi economici introdotti dalla flat tax, in alternativa al rapportino generico ad ore puro o nella versione parasubordinato fidelizzato con tutte le conseguenze ricordate, dopo i ceffoni ricevuti negli ultimi tempi, si spera che riescano a mettere in moto l’unico neurone in circolazione e iniziare quantomeno provare a ragionare.
Il Principe avrebbe detto: “Sono quisquilie e pinzillacchere”
mauro