QUOTA 68


Mentre  in Parlamento, in televisione e nei bar si parla e si discute sulla quota 100, sarebbe opportuno che i medici fiscali si confrontassero sulla quota 68.
Il decreto legislativo 75/2017 e il successivo atto di indirizzo, oltre a provocare numerosi danni irreparabili ai medici fiscali, quali:
a)   rimodulazione di tutta la disciplina vigente e decadenza automatica dall’incarico;
b)   perdita dell’incarico fino all’esaurimento della lista;
c)   perdita della priorità;
d)   contrazione dei compensi e dei rimborsi;
e)   eliminazione delle liste cristallizzate e operatività su tutto il territorio provinciale;
f)    nessuna tutela reale in cambio;
g)   costituzione di un unico calderone dove anche l’ultimo arrivato avrà gli diritti di chi esercita l’attività da 30 anni.
incideranno, pesantemente, anche sulla futura pensione.
In base alla disciplina vigente, il medico fiscale, raggiunta l’età pensionabile, ovvero il requisito per la pensione anticipata, pur percependo la pensione, può continuare ad esercitare l’attività e i contributi versati  danno diritto ad una pensione supplementare, mentre i compensi percepiti, servono ad integrare, in molti casi, una pensione penalizzata dai minori importi versati a seguito della contrazione del carico di lavoro.
Anche questo beneficio, verrà definitivamente cancellato dall’atto di indirizzo che fissa  a 68 anni, cioè al conseguimento della pensione di vecchiaia, il limite massimo per poter esercitare l’attività.
Appare evidente che l’introduzione di quest’ultima limitazione, è una palese contraddizione restando l’attività libero professionale.
Tra l’altro, con il contrattino generico, addirittura a 38 ore settimanali, che si vuole rifilare ai medici fiscali, verrebbe anche a mancare la possibilità di poter seguire qualsiasi altra attività libero professionale da svolgere al momento della pensione per arrotondare il magro bottino ricevuto.
Ma c’è di più, visto che si chiede,in diversi ambienti, una completa e totale fidelizzazione del medico fiscale, a quel punto, per non incorrere in discriminazioni o favoritismi e sicure richieste di risarcimento danni, la fidelizzazione non potrà che essere come i condoni del ministro Tremonti, tombale, cioè non si potrà’ svolgere nessun altro tipo di attività: subordinata, convenzionale e libero professionale.
INPS ha la possibilità di controllare tutte le tipologie di compensi percepiti dal medico fiscale, quindi nessuno potrebbe sfuggire.
Morale della favola: ti taglio i compensi, lavori 38 ore a settimana a go go per tutta la provincia con il divieto o l’impossibilità di svolgere altre attività e ti faccio andare in pensione con quattro lire, ma in compenso sei fidelizzato. E  poi lamentati!!!
Il Principe avrebbe detto: “Alla faccia del bicarbonato di sodio!!!”
mauro

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