da Mauro:MA MI FACCIA IL PIACERE, SI INFORMI!!!!!
L’attuale convenzione che regolamenta il rapporto dei medici fiscali, trae le sue fonti normative dall’articolo 5, commi 12 e 13, legge 638/83, dai decreti ministeriali attuativi che si sono succeduti negli anni fino a quello emanato l’8 maggio 2008 e dall’articolo 4, comma 10bis, legge 125/2013, come modificato dall’articolo 1, comma 340, legge 147/2013.
Questa serie di norme hanno permesso e permettono che l’incarico conferito duri fino ad esaurimento della lista attribuendo, nello stesso tempo, ai soli medici fiscali inseriti nelle liste ad esaurimento, la priorità nello svolgimento del servizio.
Una blindatura dell’incarico non riscontrabile in nessun’altra tipologia di rapporto, neanche in quelli subordinati intrattenuti con le PPAA.
Analogo discorso riguarda la misura del compenso e dei rimborsi spese, fissati con il decreto ministeriale 18 aprile 1996, rideterminati, sulla base della tariffa minima nazionale di cui alla tabella A del DPR 17 febbraio 1992 con il decreto ministeriale 12 ottobre 2000 e aggiornati, sulla base dell’indice ISTAT, con il decreto ministeriale 8 maggio 2008.
Anche per i compensi, è intervenuta una sorta di “blindatura”, sia perché non sarebbe stato credibile una diminuzione visto che l’ultimo aggiornamento era stato operato in base all’indice ISTAT di 11 anni fa, sia perché è intervenuta la legge 4 dicembre 2017, n.172, che ha esteso il principio dell’equo compenso anche ai rapporti come quello intrattenuto dai medici fiscali.
Una persona con un QI (quoziente intellettivo) nella norma, quindi non il prof. Rubbia o il prof. Zichichi, se non mossa da altri interessi, la prima operazione che porterebbe a termine sarebbe quella di difendere l’impianto normativo sopra ricordato cercando di migliorarlo, ad esempio blindando il carico di lavoro e inserendo le ulteriori tutele possibili, ma non di eliminarlo.
L’ultimo spauracchio messo in scena per cercare di convincere che l’impianto normativo descritto non “tutela” i medici fiscali, è quello di affermare che basta un emendamento killer qualsiasi per eliminare i medici fiscali e quindi bisogna subito sottoscrivere la convenzione sulla base dell’atto di indirizzo. Tutto questo, come ampiamente dimostrato nel post precedente, con le norme e non imbonendo il pubblico, è completamente “campato in aria”, in quanto l’emendamento killer avrebbe eliminato proprio la convenzione sottoscritta sulla base dell’atto di indirizzo, ma non la legge 638/83 o il blocca liste.
Altra “sola” che si vorrebbe rifilare, riguarda le risorse che “sparirebbero” nel caso non venisse sottoscritta subito la convenzione. Le risorse stabilite dall’articolo 22, decreto legislativo 27 maggio 2017, riguardano la effettuazione delle visite fiscali, di cui attualmente i medici fiscali hanno la priorità e non la convenzione. Recita la norma:
“La disposizione di cui all'articolo 55-septies, comma 2-bis, primo periodo, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che attribuisce all'Inps la competenza esclusiva ad effettuare gli accertamenti medico legali sui dipendenti assenti dal servizio per malattia, si applica a decorrere dal 1° settembre 2017 e, nei confronti del personale delle istituzioni scolastiche ed educative statali, a decorrere dall'anno scolastico 2017/2018”. Omissis - a) al comma 5, dopo la lettera b) e' aggiunta la seguente: «b-bis) a decorrere dall'entrata in vigore dell'articolo 55-septies, comma 2-bis, primo periodo, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,e' assegnato all'Istituto nazionale della previdenza sociale l'importo di 15 milioni di euro per l'anno 2017, 35 milioni di euro per l'anno 2018 e 50 milioni di euro in ragione d'anno a decorrere dall'anno 2019”.
A questo punto, al Committente, per uscire dall’angolo in cui era stato messo nel corso degli anni, non resta che puntare tutto sull’atto di indirizzo che elimina, questo sì, tutto l’impianto normativo descritto, ivi compreso quello riguardante i compensi e i rimborsi spese, portando a compimento quella convenzione unica che frulla nella testa da ca 3 anni.
Il Principe avrebbe detto: “Cca nisciuno è fesso!!”.
mauro