CONVENZIONE E LEGGE DI BILANCIO


Si racconta in giro, ma sicuramente non sarà vero,  sembra sia stata impressa, da parte del committente, un’accelerazione a sottoscrivere la Convenzione prevista dal decreto legislativo 75/2017.
La motivazione, dalle voci che circolano, quindi tutte da verificare, sembra sia dovuta al fatto di chiudere l’accordo in vista della preparazione della legge di Bilancio 2020 che, come noto, dovrà essere presentata in Parlamento entro il 15 ottobre, approvata entro il 31 dicembre per entrare il vigore il prossimo 1 gennaio.
I vari Ministeri, nonche tutte le restanti PPAA, da quello che si apprende dalla stampa, dovranno formulare i budget di entrate e uscite entro il mese di agosto.
Almeno che non si intenda incrementare o diminuire  le risorse destinate alla medicina fiscale, tecnicamente non si riesce a comprendere la relazione tra la Convenzione e la legge di Bilancio, tanto più che per ammissione dello stesso Committente il costo complessivo della Convenzione dovrà essere contenuto entro le risorse disponibili, pari a 88 milioni di euro, ivi comprese le cd tutele.
Le risorse finanziarie provengono, come noto, per 50 milioni di euro dall’articolo 22 del Dlgs 75/2017 destinati agli accertamenti medico legali sui dipendenti pubblici ai quali si sono aggiunti, di recente, tutti i corpi armati dello Stato, ivi compresi i vigili del fuoco, per 18 milioni di euro dalle visite sui dipendenti privati richieste d’Ufficio ai sensi della legge 638/83 e per i restanti ca 20 milioni di euro dalle visite richieste dai datori di lavoro privati.
Esclusa, quindi, l’ipotesi di un aumento delle risorse disponibili, potrebbe restare plausibile un ipotetico avanzo di bilancio una volta sottoscritta la Convenzione, che dovrebbe garantire i ca 1100 incarichi attuali dei medici inclusi nelle liste ad esaurimento.
Se, come sembra, la Convenzione dovesse prevedere delle incompatibilità tombali con qualsiasi altra attività in convenzione con il SSN, dovrebbero essere ca 350/400 (numeri che giravano tempo addietro) i medici che dovranno optare per una scelta e, tra un incarico stabile e uno ballerino come la Convenzione che si prospetta, non è difficile intuire quale verrà lasciato.
Ci saranno, poi, tutti coloro che operano nelle sedi medio piccole, cioè ca l’80/90%, dove UOC/UOST coincide con l’intera provincia, che si ritroveranno ad effettuare, su tutto il territorio provinciale, un numero esagerato di visite nel caso in cui si optasse per un rapporto orario o misto e, anche qui, vista l’età non proprio tenera della categoria, non è difficile prevedere che in diversi potrebbero chiedere di lavorare su una sola fascia se vorranno sopravvivere.
Se facciamo i conti della domestica, attualmente abbiamo 88 milioni:1100 medici per un totale grossolano di ca 80.000 euro a medico, quindi, se dovessero lasciare solo in 400, si avrebbe già un surplus di risorse di ca 30 milioni di euro.
Il servizio, visto l’elevato numero di visite che i medici restanti saranno costretti ad effettuare e l’estensione dei territori, potrebbe non risentirne più di tanto.
Infine, ma non per ultimo, occorre ricordare che il Dlgs 75/2017 è una norma di rango primario e, una volta sottoscritta la Convenzione ivi prevista, tutto il pregresso normativo va a farsi benedire; quindi, anche nel caso di un eventuale ripensamento tra qualche mese da parte degli attori, della serie abbiamo scherzato, non si potrà tornare  indietro.
Ovviamente, viste le norme ricordate, la Convenzione deve essere sottoscritta (non è indicato da nessuna norma, però, la tempistica, anzi, vi è la  norma transitoria prevista nell’atto di indirizzo che fino alla sottoscrizione della Convenzione continua a trovare applicazione la disciplina vigente) ma occorre farlo cum grano salis o, come direbbero i romani di oggi, con la capoccia.
Il Principe avrebbe detto: “E’ la somma che fa il totale”.
mauro

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