POCHE IDEE E BEN CONFUSE
In riferimento ai quesiti pervenuti sulla possibilità tecnica di poter attivare una convenzione con due distinti percorsi normativi, si ricorda che una proposta analoga fu già presentata durante la discussione della emanazione del decreto ministeriale 8 maggio 2008.
Come abbiamo cercato più volte di spiegare, abbandonare la disciplina vigente con tutte le tutele previste che hanno permesso, unico caso nazionale, di poter fruire di un incarico di collaborazione ininterrottamente dal 1996, a favore di un rapporto libero professionale generico ad ore o misto, potrebbe essere estremamente pericoloso.
Fermo restando che occorrerà verificare attentamente se alcune tutele richieste con la nuova Convenzione, come ferie pagate, indennità malattia, infortunio e gravidanza, TFR, tredicesima, contributi previdenziali saranno riconosciute, e con quali modalità.
E’ quantomeno considerato “anomalo” parlare di tutele, che dovrebbero essere a totale carico del Committente, finanziate diminuendo i compensi senza modificare lo status del rapporto.
Se, inoltre, diminuiti i compensi per pagarsi le tutele che dovrebbero essere a carico Committente e per poter arrivare a percepire un reddito mensile “accettabile” si è costretti a dover subire un rapporto orario o misto con l’obbligo di dover effettuare un numero elevato di visite, siamo di fronte ad un vero e proprio paradosso.
Tra l’altro, in base al nuovo Regolamento ENPAM, anche oggi viene riconosciuta, dal 31° giorno, l’indennità di malattia e infortunio con importi tutt’altro che trascurabili e con possibilità di accordi con l’ENTE, come dallo stesso indicato, per sottoscrivere una polizza, come già avviene per i medici di mmg e ricevere la copertura sin da 1° giorno di assenza, mentre la gravidanza, da diversi anni, è già indennizzata, anche questa con cifre importanti.
Sul discorso “ferie pagate”, si potrebbe ragionare sul numero delle visite in maniera tale che sia possibile un recupero psico fisico non a totale carico del medico.
Inoltre, sarebbe un grave errore “strategico”, anche in relazione alle recenti norme riguardanti l’equo compenso, abbandonare gli attuali compensi e rimborsi spese determinati a partire dal decreto ministeriale 12 ottobre 2000, che consentono di poter avere un reddito mensile dignitoso senza essere costretti a dover asfaltare l’intero territorio provinciale.
L’attuale carico di lavoro, di 90 visite mensili, attualmente previsto solo “in linea di massima”, è facilmente trasformabile in “carico blindato” già proposto, tra l’altro, dallo stesso Committente.
Resterebbero escluse, in base alle proposte in circolazione, sempre se verranno riconosciute e con quali modalità, il TFR, la tredicesima e quota parte del contributo previdenziale sul quale bisognerà essere molto attenti e valutare rischi e vantaggi del trasferimento ad altro Fondo.
Il percorso alternativo proposto, allo stesso tempo, non deve assolutamente essere da ostacolo con le proposte che la maggioranza dei rappresentanti dei medici vorranno portare a conclusione.
E' stato più volte ricordato che l’unico contratto, a legislazione vigente, darebbe solide garanzie sia per quanto riguarda la continuità degli incarichi, che per quanto riguarda le tutele e compensi dignitosi, è l’ACN della specialistica ambulatoriale.
Presentare proposte che vengono definite “similari” alla specialistica ambulatoriale esporrebbe tutti i medici, mono e pluri, ad alti rischi. Anche la specialistica ambulatoriale prevede forti incompatibilità, ma darebbe solide garanzie a chi dovrà esprimere una scelta professionale.
Un conto incompatibilità tombali con un contrattino generico, altro le stesse incompatibilità, ma con l’ACN della specialistica, ovviamente opportunamente adattato alla medicina fiscale, come già avvenuto per l’INAIL e SASN.
A questo punto, visto che la maggioranza è comunque contraria a recepire l’ACN della specialistica ambulatoriale, la scelta tra due opzioni: una che preveda la nuova Convenzione così come proposta, l’altra la conferma della disciplina vigente opportunamente integrata con un carico certo di visite e quelle tutele compatibili con un rapporto libero professionale, potrebbe essere una soluzione adeguata a soddisfare le varie esigenze.
Bisognerà tenere presente, comunque, che INPS si è dimostrato sempre “freddino” su tale percorso per una ragionevole difficoltà di gestione, sia contabile che organizzativa. Staremo a vedere, forse con i nuovi applicativi alcuni impedimenti di allora potrebbero essere superati.
mauro