KEEP CALM AND CARRY ON (STAI CALMO E VAI AVANTI)


Con il messaggio 2832 del 25 luglio, è stato inviato alle Sedi anche il disciplinare aggiornato riguardante i “Criteri per lo svolgimento del servizio”. Per quanto concerne il carico di lavoro, il Disciplinare recita:
“Il numero di visite assegnate ai medici è rapportato alla concreta fattibilità dell’atto medico rispetto l’arco temporale delle fasce di reperibilità pro tempore vigenti; è altresì determinato dalle esigenze funzionali dell’Istituto - nei limiti di budget previsti dalla normativa vigente – e dalle richieste dei datori di lavoro. Viene modulato sulla base della disponibilità fornita dal sanitario, tenuto conto dell’adeguata tempistica per lo svolgimento delle visite e gli spostamenti da effettuare per recarsi al domicilio dei lavoratori”. 
Tale formulazione ricalca quanto già descritto in un post precedente, a proposito della relazione diretta tra carico di lavoro e fasce di reperibilità e del rischio, concreto (per non dire sicuro), che le fasce per i dipendenti pubblici possano subire importanti variazioni sia a seguito dei rilievi mossi dal Consiglio di Stato che dall’esito di ricorsi giurisdizionali e costituzionali pendenti, armonizzandole con quelle previste per i dipendenti privati.
Lo stesso Istituto mette, opportunamente, le mani avanti, ricordando che la determinazione delle fasce è soltanto pro tempore e che il carico di lavoro è rapportato a queste, oltre ad altri importanti fattori quali il budget a disposizione e le richieste dei datori di lavoro con costi a loro carico.
Stabilire, quindi, il carico di lavoro e relativi compensi sulla base di queste varianti non ancora definite o in parte aleatorie (fasce reperibilità e richieste datoriali), costringendo il medico ad essere disponibile 38/h settimanali e con un numero di visite da effettuare di ca 170 al mese, al di là dell’impegno estremamente gravoso e a fronte di un compenso determinato in base al budget a disposizione, in parte spostato sulle “Tutele”, quindi inferiore rispetto a quello attualmente previsto, potrebbe portare al collasso del sistema nel caso di revisione delle fasce di reperibilità con conseguenze inenarrabili per i sanitari, soprattutto per la tenuta degli incarichi e la determinazione del reddito.
Inoltre, la parte variabile delle risorse, costituita dai rimborsi richiesti ai datori di lavoro per le visite effettuate, come anche precisato dal committente, pur essendo un dato storico ormai consolidato, non può venire inclusa tra le “Entrate certe”, quindi non impegnabile.
A fronte di tutte queste difficoltà sarebbe ragionevole, soprattutto in questa delicata fase, anche politica, determinare il carico di lavoro e relativi compensi esclusivamente su volumi certi di attività (cd carico blindato non inferiore a 90 visite/mese per ciascun medico) che non risentirebbero della eventuale variazione delle fasce di reperibilità e consentirebbe di gestire, in maniera elastica, quindi nel rispetto dei parametri di budget, includendole nel carico di lavoro, le visite richieste dai datori, spalmando su tutto il territorio, grazie a quelle richieste d’Ufficio, un’equa distribuzione altrimenti non possibile con un carico di lavoro costituito da una indennità di disponibilità fissa e compenso a visita, il cui numero sarebbe obbligatoriamente proporzionale alle ore di disponibilità, con carichi di lavoro che raggiungerebbero, come ricordato, ca 170 visite/mese per 38/h settimanali.
Con il carico blindato (come proposto anche dal committente, per le visite non assegnate per cause non dipendenti dal medico viene corrisposto l’importo corrispondente, quindi senza alcun nocumento per i sanitari) il range, che sarebbe elastico quindi senza creare problemi in presenza di parte delle risorse non certe come sopra ricordato, si potrebbe attestare tra le 90 e le 115/120 visite mensili, con compensi più che dignitosi che precipiterebbero, invece, nel caso di pagamento di una disponibilità fissa + visita.
Inizialmente, come si ricorderà, per vincere le resistenze del committente si era pensato ad un carico blindato con compensazione oraria, ma, vista l’incertezza sulla determinazione delle fasce, la legge riguardante l’equo compenso e la possibilità di compensare l’assenza di visite direttamente con l’importo delle visite mancanti, già proposto anche dal committente, risulta essere questa la strada più agevole e sicura.
Per un carico di lavoro di 90 visite mensili per 900 FTE, con i compensi attuali, tenendo conto di 22 giorni di recupero psico fisico (retribuito) attuabile mediante la non penalizzazione per le visite non effettuate, 12/h mensili per attività ambulatoriale, polizze rct, infortuni e primi 30 gg malattia (dal 31° giorno subentra ENPAM, così come per l’indennità di maternità, gravidanza a rischio, adozione e affidamento), praticamente le identiche tutele previste da altre proposte di convenzione, tranne per il contributo previdenziale in quanto si continuerebbe a versarlo al Fondo B della libera professione e fermo restando la tipologia del rapporto “convenzionato libero professionale”, le risorse da impegnare sono pari a 68 milioni di euro, esattamente il budget certo a disposizione. Gli oneri per ulteriori eventuali visite, fino a 115/120 mensili, pari a ca 15 milioni di euro, verrebbero coperti dai rimborsi per le visite richieste dai datori e, intervenendo sulle visite richieste d’Ufficio, sia su dipendenti privati che pubblici, verrebbe assicurata, anche in questo caso, una equa distribuzione nei territori (le visite richieste dai datori non si possono spalmare o spostare, quelle d’Ufficio, sì).
Tra l’altro, oltre tutti i rischi elencati ai quali si sarebbe esposti nel caso di un carico di lavoro e compensi stabiliti sulla base di una indennità di disponibilità + il compenso a visita, c’è da sfatare la leggenda metropolitana che tale organizzazione offra maggiore tutela rispetto al carico blindato.
Poniamo il caso che in una fascia il buon SA.VI.O non assegni le visite per problemi tecnici come, purtroppo, accade. Nel caso di disponibilità + visita al medico sarebbe riconosciuta la sola disponibilità, cioè l’equivalente di “cornetto e cappuccino” per 4 ore di disponibilità senza nessun recupero pieno a fine mese per le visite perse, con il carico blindato, invece, al sanitario verrebbe corrisposto, se a fine mese a causa del black out non dovesse raggiungere le 90 visite, il compenso pieno per le visite non assegnate. E’ sufficiente prendere un pallottoliere, e farsi due conti per verificare quale dei due sistemi è più tutelante.
Infine, ma non per ultimo, è da ricordare che la consistenza numerica dei sanitari inseriti nella lista ad esaurimento, è stata determinata proprio in funzione di un carico di lavoro di 90 visite/mensili su 4 ore di disponibilità e che sarebbe inattaccabile, quindi, anche in presenza di una riduzione delle fasce di reperibilità pro tempore vigenti o di una diminuzione di richieste datoriali.
mauro

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