da Mauro:HO VISTO COSE CHE VOI UMANI NON POTETE NEANCHE IMMAGINARE…
Nella Nota di aggiornamento al nuovo DEF (Documento di economia e finanza) a pagina 85, nella sezione Mercato del lavoro, politiche attive del lavoro e politiche sociali, si legge che “[…] il Governo individuerà l’equo compenso per i lavoratori non dipendenti, al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento, in particolare a danno dei giovani professionisti, e interverrà per limitare il fenomeno delle cosiddette ‘false partite Iva’”.
Leggendo quanto ha scritto “Giuseppi”, ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, e tanto.
Per quanto riguarda i compensi e rimborsi spese da riconoscere ai medici fiscali, questi sono fissati, da sempre, dal Governo, mediante la emanazione di decreti ministeriali.
Qualsiasi persona di buon senso non avrebbe mai accettato, prima un atto di indirizzo che stabilisce una riduzione dei compensi fermi da 10 anni e, successivamente, una proposta di convenzione contenente una rimodulazione dei compensi e una loro forte contrazione anche in rapporto ad un carico di lavoro spropositato.
A questo punto, sarebbe da chiedersi che cosa succederà se un qualsiasi medico fiscale, una volta resosi conto della “sòla” che ha preso, dovesse intraprendere un’azione risarcitoria anche alla luce degli interventi del Governo.
Oppure si spera che il Governo individui compensi e rimborsi spese più bassi rispetto a quelli stabiliti dal decreto del 2008, in modo da poter dimostrare che è stata portata a casa una conquista senza precedenti?
La tipologia resta libero professionale, i compensi e rimborsi spese invece di essere aggiornati dopo 11 anni subiscono una notevole contrazione, ancora più pesante se rapportata al carico di lavoro previsto. Nella Capitale si direbbe che si sono fatti gli affari di “Maria Cazzetta”.
Abbiamo ripetutamente sottolineato che, come prima opzione, al fine di riconoscere autentica stabilità e compensi dignitosi, bisognava andare verso un ACN del SSN e, in particolare, quello della specialistica ambulatoriale, unico esportabile al di fuori del perimetro del SSN.
In subordine, nel caso in cui la tipologia dell’incarico fosse rimasta libero professionale come oggi e, in alternativa ad un incarichicchio sempre libero professionale generico ad ore o misto che avrebbe fatto perdere i compensi e le tutele vigenti, sarebbe stato opportuno integrare l’attuale disciplina con il carico blindato e con quelle tutele compatibili con tale tipologia di rapporto.
Tra l’altro, le tutele che si vorrebbero riconoscere con la convenzione in discussione, altro non sono che delle polizze che vanno ad integrare quelle già esistenti ( come la copertura dei primi 30 gg di malattia o infortunio), pagate di tasca propria.
Se poi, il nascente rapporto convenzionato libero professionale, a causa anche di una quota parte dei contributi previdenziali a “carico” del committente, ma che in realtà sono pagati sempre dal medico, sarà considerato solo fiscalmente parasubordinato, facendo perdere anche i benefici della flat tax, allora si assisterà alla stessa scena di quando i contadini correvano con i forconi dietro a Skreh…..(sui contributi che dovessero finire nel fondo della medicina generale, poi, ci si potrebbe scrivere un romanzo a puntate).
Chissà, forse, tanta fretta per concludere da parte del committente potrebbe dipendere anche dalle norme in emanazione, che potrebbero aggiungere un’ulteriore tutela al rapporto disciplinato dalla vigente disciplina.
Tra un po’ sarà San Martino e “la nebbia agli irti colli piovigginando sale e sotto il Maestrale urla e biancheggia il mar….”
mauro