LA TRATTA (DEI MEDICI FISCALI)…..TIVA

Con le supercazzole ripetute continuamente, si è voluto far credere che tutto il male possibile per i medici fiscali derivasse esclusivamente dalla disciplina e dai compensi vigenti: il 29 aprile 2013, gli emendamenti killer, la mancanze di tutele….. e l’estinzione della foca monaca sono tutti eventi a loro imputabili. La catastrofe atomica avrebbe assunto, poi, conseguenze inenarrabili se fosse stato introdotto anche il carico blindato.
Così si sono messe in giro copie di contratti fantasmagorici spacciati addirittura come copia/incolla della “Specialistica ambulatoriale” con TFR, ferie (vere) pagate dal committente, tredicesima, addirittura permessi legge 104/92, compensi da favola, donne (o uomini) e champagne per tutti.
In realtà, come ormai (quasi) tutti dovrebbero aver compreso, le motivazioni di affossare la disciplina vigente con il carico blindato, precarizzare l’incarico e introdurre incompatibilità tombali (quelle degli altri, ovviamente non le proprie) riportando indietro l’orologio al 1996, sono bel altre: svuotare le liste ad esaurimento, eliminare la priorità e distrarre le risorse per altri scopi.
E così si è dato il via alla parata delle supercazzole, partendo da malattia e infortunio.
La tutela riguardante malattia e infortunio proposta non è, ad esempio, come si vorrebbe far credere, una “conquista”, in quanto già prevista, con la vigente disciplina, da aprile di quest’anno.
Infatti, per  i medici libero professionisti che versano i contributi al Fondo B della libera professione, come i medici fiscali, il Regolamento Enpam recita:
Per gli iscritti che versano il contributo con l’aliquota intera, l’indennità per inabilità temporanea è calcolata su base giornaliera ed è pari ad 1/365 dell’80% del reddito medio annuo imponibile presso la "Quota B" – al netto del reddito già soggetto a contribuzione "Quota A" – nei tre anni precedenti l’insorgenza dello stato di inabilità.
L’indennità giornaliera, in ogni caso, non può essere superiore all'importo di € 167,11, annualmente indicizzati nella misura del 100% dell’incremento percentuale fatto registrare nell’anno precedente dal numero indice dei “prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati” elaborato dall’Istat. Il provvedimento di rivalutazione è annualmente adottato con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Ente soggetta all’approvazione dei Ministeri vigilanti ai sensi dell’art. 3, comma 2, del D.Lgs. 509/1994.
L’indennità è corrisposta a partire dal trentunesimo giorno successivo all’insorgenza dello stato di inabilità e viene erogata per un periodo massimo continuativo di settecentotrenta giorni.
Esattamente quanto previsto dall’ipotesi di accordo in discussione perché la copertura, in caso di malattia o infortunio, è analoga a quella già esistente per i liberi professionisti.Recita l’ipotesi di accordo in discussione:
Per far fronte al pregiudizio economico derivante dagli eventi di malattia e di infortunio, anche in relazione allo stato di gravidanza e secondo il disposto del D. Lgs. 26 marzo 2001, n. 151, e dalle conseguenze economiche di lungo periodo, è posto a carico dell’INPS un onere pari allo 0,72% dei compensi di cui al presente Accordo, corrispondente allo specifico contributo previdenziale previsto dall’ENPAM per la copertura assicurativa degli eventi di malattia inferiori a 30 giorni.
E la copertura per la malattia, per gli iscritti al Fondo della medicina generale, dove si vorrebbe far confluire i contributi previdenziali dei medici fiscali, recita (Fonte ENPAM):
I primi 30 giorni di assenza dal lavoro sono coperti dalla compagnia Cattolica in coassicurazione con Groupama.
Nella tutela rientrano le eventuali conseguenze economiche di lungo periodo tramite le coperture per invalidità permanente da infortunio, invalidità permanente da malattia e morte da infortunio.
L’inabilità deve essere comunicata alla compagnia entro 10 giorni dall’evento, oppure, in caso di ricovero, entro 10 giorni dalle dimissioni dall’istituto di cura (si può comunicare anche più tardi, ma si deve dimostrare che è stato impossibile farlo prima).
La comunicazione va fatta compilando il modulo che si trova online sul sito  e inviandolo tramite Pec o raccomandata.
Dal 31° giorno
Dal 31° giorno (dalla data dell’infortunio o della malattia) l’indennità viene pagata dall’Enpam.
La prestazione spetta per un periodo massimo di 24 mesi (anche non continuativi nell’arco degli ultimi 48 mesi).
Per avere diritto all’indennità è necessario compilare il modulo specifico e inviarlo all’Enpam (per questo si vedano le istruzioni all’interno del modulo).
Conclude l’ENPAM:
COME I MEDICI DI FAMIGLIA
La tutela dell’inabilità temporanea dei liberi professionisti è ora analoga a quella garantita ai medici di medicina generale.
La differenza è che i medici di famiglia sono protetti anche per i primi 30 giorni di malattia e infortunio, grazie a una polizza assicurativa sottoscritta dall’Enpam ma pagata con trattenute sui loro compensi. Forse un modello a cui tendere.
Quindi, tornando a bomba, non vi è alcuna nuova o maggiore tutela rispetto alla disciplina vigente.
L’altra bufala, sulla quale si sono costruiti castelli e qualcuno anche una carriera extra professionale, è la  storiella delle ferie pagate.
Fermo restando che i 20 giorni retribuiti con ca 1600 euro lordi (2494:30x20) previsti dall’ipotesi di accordo sono strapagati dal medico decurtando i compensi, vi è anche l’umiliazione di dover chiedere l’approvazione per poterli fruire nel periodo prescelto, che potrebbe tranquillamente essere negata come è previsto dall’articolato:
“A richiesta dell’interessato il permesso, autorizzato dalla sede INPS di appartenenza, è fruito in uno o più periodi programmati, tenendo conto delle esigenze operative della sede INPS. Il permesso retribuito è programmato e organizzato tenendo conto delle esigenze del servizio e di quelle generali della struttura di appartenenza”.
Quindi, obblighi e vincoli da lavoratore dipendente, ma con tutela pagata con i propri compensi. Da pubblicare sul guinness world record degli sfigati.
L’ultima, ma forse quella più ad effetto, è di ripetere in continuazione che se non si firma la convenzione è pronto nel cassetto un altro emendamento killer e che solo con la stipula della convenzione si evita qualsiasi intervento normativo.
Premesso che gli emendamenti killer eliminavano proprio la convenzione, ma la stessa, forse, per timore che qualcuno potesse non capire bene, recita:
“Non si procede ad addendum e revisioni della convenzione in caso di provvedimenti normativi che di fatto modificano il contenuto di singole parti della convenzione stessa in modo chiaro e univoco e pertanto sono immediatamente applicabili”.
Quindi, qualsiasi intervento normativo (leggi, regolamenti, decreti ministeriali, ecc), che modifica il contenuto della convenzione è immediatamente applicabile, alla faccia della contrattazione tanto reclamata e sbandierata come tutela per i medici fiscali. Forse qualcuno dovrebbe spiegare agli sbandieratori, qualche nozione sulla gerarchia delle norme. Forse si pensa che un accordicchio libero professionale tra le parti abbia maggior peso di una legge….. ma mi faccia il piacere, si informi, avrebbe detto il Principe!!.
Le altre tutele (meglio dire supercazzole) sbandierate come il TFR, la tredicesima, ferie pagate dal committente sono improvvisamente svampate. Purtroppo, insieme a loro, sono svampate anche le tutele, quelle reali, come il blocca liste (completamente efficace con la disciplina vigente), la priorità, l’attuale organizzazione del servizio e i compensi del DM del 2008. Possibile è così difficile comprendere che UOC/UOS è l’intero territorio provinciale(tranne i casi delle città metropolitane o agenzie complesse così sono salvi gli amici e gli amici degli amici mentre il restante 90% asfalterà la provincia) e che dopo si girerà come trottole con solo rimborsi km perché la quota fissa è svanita? Si lavorerà per mantenere l’auto.
Sarebbe curioso conoscere, al fine di promuoverne la candidatura per ricevere il premio Nobel, chi ha suggerito un compenso fisso mensile, facendo rientrare il rapporto tra quelli parasubordinati dal punto di vista fiscale perdendo così la flat tax e, nello stesso tempo, a differenza della parasubordinazione, stabilendo addirittura un orario fisso di lavoro come i dipendenti (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19). Una vera genialata, non c’è che dire.
A proposito di supercazzole, la trattativa in corso ricorda un’altra trattativa, quella tra l’architetto Melandri e il Prof. Sassaroli dal film “Amici miei” in cui il Melandri era andato a chiedere al Sassaroli “La mano” della moglie, ma, oltre alla moglie, è costretto a portarsi dietro anche le due figlie, la governante tedesca, il cane San Bernardo Birillo che deve portare fuori tutte le mattine alle 5 per fare i bisognini altrimenti inonda la casa, un canarino, tutti i giocattoli delle bambine e l’intero guardaroba della signora. Un po’ come sta accadendo con i medici fiscali……
mauro

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