MORS TUA, VITA MEA


Sembra, ma sicuramente non sarà vero, non può essere vero, che per “salvare” una parte di medici fiscali si è pronti a “sacrificarne” un’altra parte.
Premesso che la convenzione in discussione introduce un rapporto libero professionale, così come previsto sia dal decreto legislativo 75/2017 (apposita convenzione) che dall’atto di indirizzo, purtroppo, nonostante gli sforzi mediatici per cercare di convincere del contrario, tale tipologia non offre nessuna tutela maggiore rispetto alla disciplina vigente, anzi, come ampiamente dimostrato in altri post, è esattamente vero il contrario.
Affermare, poi, che la convenzione in discussione metterà addirittura al riparo la restante parte dei medici fiscali che resterà in servizio, una volta fatti fuori i 70enni, anche da cambiamenti legislativi, significa che si sta pensando di rivolgersi  a chi porta l’orecchino al naso.
Sulla base di questo postulato, quindi, il sacrificio dei 70enni si ritiene  più che giustificato a vantaggio dei “giovani” che ancora hanno molto da trottare per raggiungere l’agognata pensione, perché si è convinti che lasciare la vigente disciplina, per salvare i “ricchi” pensionati, penalizzerà chi ancora deve continuare a lavorare in quanto gli emendamenti killer sono sempre in agguato (chissa se tutti hanno letto la Gazzetta Ufficiale!!) e solo la convenzione in discussione li proteggerà!!!!
Dovrebbe essere ricordato, però, che a causa della consistente riduzione del numero di visite dal 2013 al 2017, chi oggi va in pensione, viene penalizzato e basta farsi un giro sul sito dell’ENPAM per rendersene conto.
Del resto, a nulla vale anche ricordare che le regole d’ingaggio prevedevano (e prevedono) un rapporto libero professionale sulla base del quale ognuno si è costruito la propria carriera professionale e, perché no, visto che tutti invecchiano, anche la propria prospettiva di pensione.
Questi “ricchi” pensionati, sicuramente avrebbero compreso e accettato   di abbandonare il servizio a 70 anni a fronte di un contratto “vero” come quello della specialistica ambulatoriale che avrebbe tutelato chi rimaneva e non a causa di una convenzione libero professionale totalmente incapace di tutelare la categoria e penalizzante, sia dal punto di vista normativo, che economico.
Né esistono, inoltre, norme di legge che obblighino ad abbandonare il servizio a 70 anni, in quanto l’unica norma in vigore, articolo 15 nonies del decreto legislativo 502/92, riguarda esclusivamente i convenzionati del SSN e non, certamente, i futuri convenzionati libero professionali medici fiscali.
Anzi, che non si chiede anche un ringraziamento per aver portato il limite da 68 anni a 70 (forse dimenticando che prima non c’erano limiti!!!)
Se tali considerazioni fossero state avanzate nei confronti di medici fiscali pensionati ex dipendenti, con una pensione sostanziosa, avrebbe avuto un significato diverso, ma “eliminare”, senza alcuna motivazione valida, medici fiscali 70enni con pensione libero professionale di poco superiore al reddito di cittadinanza, che avrebbero potuto arrotondare magari svolgendo l’attività su una sola fascia, non trova nessuna giustificazione.
Il Principe avrebbe detto: “Caro Pasquale, te l’avevo detto di non fidarti!!”
mauro

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