SAREBBE DA CHIEDERSI…..

Le visite fiscali sono state sospese, su tutto il territorio nazionale, a seguito della entrata in vigore del decreto legge 23 febbraio 2020, n.6 e dei successivi decreti attuativi emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), causando il totale azzeramento del compenso professionale.
Secondo alcuni, questo si sarebbe potuto evitare solo nel caso in cui fosse stata già in vigore la proposta di convenzione in discussione presentata negli ultimi mesi.
Proviamo ad analizzare la proposta in discussione.
Art. 2 – Campo di applicazione e durata dell’Accordo
1. Il presente Accordo Collettivo Nazionale (ACN) regola, sotto il profilo economico, giuridico, organizzativo, il rapporto tra l’Inps e i medici fiscali per lo svolgimento delle funzioni di accertamento medico-legale sui lavoratori pubblici e privati assenti per malattia…”
4. È prevista la possibilità di revisioni o aggiornamenti della convenzione, tramite addendum sottoscritto dalle Parti, per effetto di modifiche regolamentari o normative ovvero qualora si valuti la possibilità di adottare soluzioni di miglior favore per i medici fiscali e di miglioramento ed efficientamento del servizio.
5. Non si procede ad addendum e revisioni della convenzione in caso di provvedimenti normativi che di fatto modificano il contenuto di singole parti della convenzione stessa in modo chiaro e univoco e pertanto sono immediatamente applicabili.
Il decreto legge 6/2020 e i successivi DPCM applicativi, cui INPS si è dovuto adeguare, hanno modificato, in modo chiaro ed univoco, il contenuto di alcune parti della convenzione e, precisamente, lo svolgimento delle funzioni di accertamento medico legale sui lavoratori”.
Una volta sospeso il servizio, quindi, è venuto meno l’obbligo della reperibilità da parte del medico e non può certo trovare applicazione il contenuto dell’articolo 21, comma 1, della convenzione, che recita:
“1. Il compenso ai medici fiscali consiste di un’indennità fissa di reperibilità mensile, e compensi per le visite mediche di controllo/accessi domiciliari effettuati”.

Poi, per carità, si potrebbe sempre fare appello al “Buon cuore” che il Committente ha dimostrato in tutti questi anni nei confronti dei medici fiscali e chiedere un reddito sostitutivo, ma un conto è un “DIRITTO” sancito da una norma chiara, altro è domandare. Una tale richiesta, per quello che può contare, la si può sempre inoltrare anche a disciplina vigente.

Sarebbe da chiedersi, adesso, come mai, visto che la proposta di convenzione presentata sarebbe stato quello strumento miracoloso che avrebbe salvato i medici fiscali da qualsiasi evento avverso, da luglio 2019 non sia stata ancora approvata.

Ora che i medici fiscali sono rimasti senza lavoro, sarebbe da chiedersi, adesso, dove sono finiti i numerosi interventi e ringraziamenti ai decisori politici aventi come oggetto un’unica richiesta di stabilizzazione tra medici fiscali ed esterni che hanno portato all’approvazione dell’emendamento alla legge di Stabilità e alla successiva richiesta di affossamento, con grande soddisfazione, della proposta emendativa a favore dei soli medici fiscali (si raccontava che medici fiscali ed esterni erano legati indissolubilmente da un unico destino!!!).

Sarebbe da chiedersi, come mai, adesso, non si scenda in campo per chiedere e ringraziare perché i medici esterni possono continuare a lavorare in smart working (un buon risultato, senza dubbio), tra l’altro occupandosi anche della gestione della malattia (e pensare che qualcuno ha condotto una battaglia all’ultimo sangue per non far svolgere ai medici fiscali l’attività istruttoria) e i medici fiscali non possano fare altrettanto (non si venga a raccontare che non è possibile perché non è stata sottoscritta la convenzione in discussione, altrimenti ci si copre ancora di più di ridicolo).

Sarebbe da chiedersi come mai non si scenda in campo, adesso, soprattutto coloro che si autoproclamano paladini dei monomandatari, per protestare perché ai medici fiscali, gli unici che hanno visto azzerato completamente il proprio reddito, non venga riconosciuto il sussidio sostitutivo del reddito pari a 2.400,00 euro mensili.

Forse è meglio non chiederselo.

Il Principe avrebbe detto: “Siamo uomini o caporali?”
mauro

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