E L’ULTIMO CHIUDA LA PORTA
L’ipotesi di accordo in corso di approvazione, a differenza della disciplina (ancora) vigente, non prevede nessuna tutela nel caso di riduzione, per qualsiasi motivo, dei carichi di lavoro.
La norma indicata all’articolo 2, comma 6, dell’ipotesi di accordo, infatti, prevede solo una generica “verifica congiunta, INPS e OOSS, degli impatti sul sistema gestionale e delle remunerazioni dei medici fiscali al fine di valutare azione appropriate e concordate in caso di nuovi provvedimenti legislativi che dovessero modificare le risorse finanziarie a disposizione”.
Detto terra terra: nel caso di un’altra spending review, ci si riunisce e si valutano azioni appropriate e concordate (proteste sotto la casa del dott. Cottarelli, visto che le Parti non hanno il potere di modificare una legge?), ma non prevede né presuppone nessun automatismo a tutela dei medici delle liste ad esaurimento.
Non essendo prevista nell’ipotesi di accordo la consistenza minima dei medici fiscali, né la blindatura delle risorse per finanziarla, l’articolo 2, comma 6, conta quanto il 2 di coppe a Briscola se a regnare è denari.
E pensare che ci hanno fatto na capa tanta raccontando che la convenzione, a differenza della disciplina vigente, avrebbe impedito un altro 29 aprile 2013. Mah!!!
Cerchiamo di esaminare e capire quello che potrebbe accadere:
Le liste speciali formate ai sensi dell’articolo 5, comma 12, legge 638/83, sono state trasformate in liste ad esaurimento dalla legge 125/2013, ed inoltre, ai sensi dell’articolo 1, comma 340, legge 147/2013, INPS deve avvalersi, in via prioritaria, dei medici ivi inseriti.
Ad oggi, nel caso di reintegrazione delle liste, i nuovi arrivati vengono collocati in coda e, nel caso di riduzione della consistenza numerica dei sanitari a seguito di contrazione del carico di lavoro, sarebbero i primi ad essere esclusi.
Tra l’altro, oggi vige un meccanismo altamente tutelante, perché la disciplina prevede la consistenza minima di medici e le modalità per la determinazione di tale consistenza, con criteri oggettivi e verificabili (1 medico ogni 21 visite/sett.) in Commissione Mista o in giudizio.
L’ipotesi di accordo in corso di approvazione, invece, non solo non prevede una consistenza numerica minima dei sanitari, ma, anche in violazione dell’atto di indirizzo, ha eliminato, di fatto, la lista ad esaurimento.
L’atto di indirizzo prevede, infatti, al punto 2.2, lettera j), l’esistenza di due liste separate: una in cui sono inseriti i medici ad esaurimento, l’altra, formata a seguito delle selezioni pubbliche.
E, ancora, sempre allo stesso punto, l’atto di indirizzo chiarisce che l’attività viene svolta per tutto il periodo di permanenza nelle liste, quindi, per i medici della lista ad esaurimento, l’attività viene svolta, ad esaurimento.
L’ipotesi di accordo, al contrario, prevede un unico contenitore ponendo tutti i medici “alla pari”. Resta da capire, una volta esautorata la lista ad esaurimento e la priorità, come verranno eventualmente individuati i medici in soprannumero che dovranno abbandonare l’incarico.
Naturalmente non stiamo parlando della diminuzione delle risorse, come sopra ricordato o dei rinnovi della convenzione e lo strumento tortuoso e lunare previsto dall’ipotesi di accordo con rinnovo dell’incarico ad ogni rinnovo di convenzione (una genialata), ma stiamo parlando della semplice riduzione dei carichi di lavoro, per qualsiasi motivo, che non giustifichino, più, tutti gli incarichi conferiti.
L’unica strada normativamente praticabile e inattaccabile, a quel punto, è l’applicazione della normativa generale per l’accesso nelle PPAA che prevede la “priorità” in base alla minore età anagrafica. Quindi, i giovani, arrivati caso mai il giorno prima, resteranno, mentre i “vecchietti” superstiti della ex lista ad esaurimento, da 25/30 anni in trincea, bye bye.
Il Principe avrebbe detto: “cca nisciuno è fesso!!”
mauro