OKKIO AL 49 E AL 147
49 e 147 sono i numeri che corrispondono, nella ipotesi di accordo in corso di approvazione, al numero minimo di fasce che devono essere garantite e alle visite da effettuare.
Soltanto con 147 visite al mese, in base all’importo fisso che verrà percepito e al costo della visita di 25 euro, si raggiunge il cd break even point, cioè il pareggio con l’attuale costo della visita, pari a 41,67 euro, tra l’altro fermo al 2008.
L’articolo 21, comma 2 della ipotesi di accordo in corso di approvazione, prevede “la reperibilità su entrambe le fasce giornaliere nei giorni feriali, almeno tre fasce nelle giornate del sabato e almeno due fasce nelle giornate festive del mese”.
Quindi, bisogna essere disponibili “almeno” 49 fasce al mese (il minimo sindacale necessario per poter percepire il fisso mensile), ricordando che l’avverbio di quantità “almeno” è equivalente a soltanto, inteso però nel senso minimo; di conseguenza il numero delle fasce potrebbero essere di gran lunga superiore. In un mese vi sono 60/62 fasce.
Inoltre, sempre l’articolo 20, al comma 1, recita:
“Il numero di riferimento per le visite di controllo giornaliere da eseguire nelle fasce di reperibilità è, di regola, pari a 6 visite al giorno (3 per fascia), incrementabile, in caso di necessità di aumentare il numero complessivo di visite, a 8 visite al giorno (4 per ciascuna fascia)”.
Infine, l’articolo 21, comma 3, recita:
“sono assegnate a ciascun medico di controllo almeno 990 visite mediche di controllo domiciliare per anno solare, pari ad una media di 90 visite al mese”. Anche in questo passaggio, è stato riutilizzato l’avverbio “almeno”, che costituisce il minimo sindacale.
Quindi, su 49 fasce, calcolando il minimo di 3 visite a fascia, abbiamo 147 visite al mese. Facciamo due conticini:
importo fisso mensile, pari a euro 2.490,00
con 90 visite al mese, abbiamo un totale mensile pari a: 4.740,00
con 120 visite al mese, abbiamo un totale mensile pari a: 5.490,00
con 147 visite al mese, abbiamo un totale mensile pari a: 6.165,00
se dividiamo euro 6.165,00 con 147 visite, abbiamo che il costo a visita è pari a euro 41,93.
Il Committente, in base alla ipotesi di accordo, raggiunge il break even point, cioè il pareggio con l’attuale costo della visita previsto dal decreto ministeriale 8 maggio 2008, pari a euro 41,67, solo alla 147° visita.
Con un numero inferiore di visite, il costo a visita lieviterebbe.
I calcoli sono stati eseguiti senza tenere conto del “permesso retribuito” e altri oneri, altrimenti il break event point si raggiungerebbe con un numero di visite superiore alle 147.
Ogni visita superiore, rappresenta un “guadagno”. Infatti, se venissero assegnate 170 visite, assolutamente possibile assegnando 4 visite al giorno come previsto dalla ipotesi di accordo, si avrebbe:
importo fisso mensile, pari a euro 2.490,00
+ 170 visite al mese, pari a euro 4.250,00 per un totale di euro 6.740,00.
Se dividiamo questo importo per 170, abbiamo che il costo della visita è sceso a euro 39,64. Quindi, più aumenta il numero delle visite, minore sarà il costo a visita.
A questo punto sarebbe interessante conoscere quale sarà l’importo che verrà richiesto ai datori di lavoro richiedenti le visite, se sarà lo stesso su tutto il territorio nazionale, oppure varierà in base alle sedi in proporzione alle visite assegnate!!!!
Con la disciplina vigente, invece, è esattamente il contrario: più aumenta il numero delle visite, maggiore sarà il costo totale, mentre resta invariato il costo unitario.
Tanto per fare un esempio, con 170 visite al mese, applicando i compensi previsti dal decreto ministeriale 8 maggio 2008, quindi fermi a quasi 13 anni fa, si avrebbe un mensile di euro 8.840,00 e un costo unitario fisso di euro 52,00.
È evidente, che il problema, con l’ipotesi di accordo in corso di approvazione, si verrà a creare in tutti quei territori dove non si raggiunge un carico di lavoro “minimo” di 147 visite al mese, da eseguire nell’orticello di casa.
In questo caso, non ci vuole una grande mente per comprendere quello che potrebbe accadere, visto che viene percepito un compenso fisso mensile: o si asfalta il territorio provinciale, oppure si è costretti, per non diventare homo macchinus (figura mitologica metà auto e metà medico fiscale), dover optare per la disponibilità su una sola fascia, percependo un compenso mensile di poco superiore al reddito di cittadinanza?
Non ci si lasci ingannare, infine, dall’elevato numero di visite assegnate in questo periodo in tutte le sedi, anche le più piccine, illudendosi che tale volume di attività continuerà ad essere presente, nel proprio territorio, anche in futuro.
Questo è dovuto esclusivamente perché, come risulta dalla legge di Bilancio per il 2021, vi è stato un avanzo di risorse nel 2019, cioè soldi non spesi, ovvero visite non assegnate, sul capitolo di spesa riguardante gli accertamenti medico legali sui dipendenti pubblici, di euro 7.630.230,00 e, inoltre, da marzo ad agosto, tale avanzo è stato incrementato causa mancata assegnazione delle visite su tutto il territorio nazionale.
L’aumento dei carichi di lavoro, quindi, sembrerebbe legato al rischio che alcuni obiettivi non possano essere raggiunti e non, come viene fantasticato dai soliti imbonitori, auto attribuendosi il merito di un loro intervento che ha fatto aumentare il numero delle visite. Che possiamo fare, so ragazzi!!!
Il Principe avrebbe detto: “Alla faccia del bicarbonato di sodio!!”.
mauro