COME VOLEVASI DIMOSTRARE

 La bozza dell’atto di indirizzo per la stipula delle convenzioni di 820 medici, previsto dall’articolo 459, legge 160/2019, consegnata alle OOSS durante l’incontro del 9 novembre 2020 prevedeva, tra l’altro, che l’eventuale punteggio per il servizio svolto in materia di malattia e inabilità temporanea (medicina fiscale) sarebbe stato valutato esclusivamente nella ipotesi in cui  gli 820 sanitari da convenzionare per l’invalidità civile, sarebbero stati adibiti anche ad altre attività in ambito previdenziale.

Probabilmente, anche accogliendo alcune richieste pervenute, l’atto di indirizzo, nella sua versione definitiva, recita: “gli 820 medici da convenzionare consentiranno all’INPS il presidio delle funzioni relative alla invalidità civile di cui all’articolo 130 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112, e delle attività medico legali in materia previdenziale e assistenziale di propria competenza”; di conseguenza, il decreto prevede, all’articolo 4, che “possa essere riconosciuto un apposito punteggio per le attività prestate, elencate in ordine di priorità e preferenza”, includendo, all’ultimo gradino“l’attività prestata presso l’INPS in materia di malattia e inabilità temporanea in qualità di medico fiscale”.

Dal combinato disposto dei due punti precedenti, non occorrono le capacità del Prof. Zichichi per comprendere che gli 820 medici da convenzionare, come, del resto, avevamo ampiamente preannunciato all’indomani della emanazione della legge 160/2019, che si sarebbero occupati  probabilmente anche di medicina fiscale.

In che termini? Con quali risorse?

Ma se gli 820 medici da convenzionare si occuperanno anche di medicina fiscale, non era il caso di chiedere che i medici delle liste ad esaurimento avessero avuto la priorità nell’incarico?

In pratica, riconoscendo il solo punteggio per l’attività di medicina fiscale, senza nessuna priorità per i medici delle liste ad esaurimento, anzi, come prevede l’atto di indirizzo, inserendola in fondo alla scala delle preferenze e priorità, si riconosce agli 820 medici da convenzionare la possibilità di svolgere attività di medicina fiscale mentre, i medici fiscali, restano relegati ai margini.

A proposito di risorse, mentre la bozza dell’atto di indirizzo del 9 novembre 2020 recitava: “utilizzando al meglio le risorse a tal fine specificatamente aggiunte, ai sensi dell'art. 1, comma 460 della L. 27 dicembre 2019, n. 160, ai contributi dello Sato a copertura degli oneri derivanti dal trasferimento all’Istituto delle funzioni residuate allo Stato stesso in materia di invalidità civili ai sensi dell’art. 10 del D.L. n. 203/2005 convertito nella legge 238/2005”,nella versione definitiva troviamo esclusivamente  il riferimento ai soli contributi aggiunti previsti dal comma 460, legge 160/2019, pari a euro 7,2 milioni.

E’ bene ricordare che i 7,2 milioni di europrevisti dall’articolo 1, comma 460, legge 160/2019 per i maggiori oneri connessi al convenzionamento dei sanitari, sono stati aggiunti ai 50 milioni previsti per gli accertamenti medico legali sui dipendenti pubblici. Un “mero errore”, come si affermò ai Piani Alti non appena emanata la legge. Strano che quel “mero errore”, a distanza di oltre un anno, non sia stato riportato tra gli errata-corrige della Gazzetta Ufficiale

Infine, l’atto di indirizzo prevede che “agli 820 medici da convenzionare, INPS assicurerà le tutele normative e previdenziali secondo principi di equità normativa e contributiva in relazione alle altre tipologie di medici che operano con l’Istituto in rapporto convenzionale”.

Il caso ha voluto che la convenzione dei medici fiscali, che fornirà “principi di equità normativa e contributiva”, come recita l’atto di indirizzo, sia stata approvata in piena estate, appena in tempo utile per entrare in vigore proprio nel momento in cui verrà stipulata la convenzione per gli 820 medici, cioè giugno 2021. Fortunate coincidenze.

C’è da chiedersi, se fosse rimasta la disciplina vigente, con il carico blindato, si sarebbero potuti raggiungere gli stessi obiettivi?

Per concludere, è stata rilasciata una interessante e onesta dichiarazione da parte di un’esponente della Commissione Affari Sociali, riguardante l'atto di indirizzo appena approvato, la quale afferma: “Sebbene non sia corretto parlare di ‘stabilizzazione’per questo tipo di liberi professionisti convenzionati, questo è senz’altro un grande passo avanti verso la normalizzazione di una condizione di precariato per centinaia di medici che svolgono un ruolo fondamentale per conto dell’INPS”.

Visto che la convenzione degli 820 medici, in base a quanto recita l’atto di indirizzo, conterrà le medesime tutele normative e previdenziali della ipotesi di accordo dei medici fiscali, è del tutto evidente che fino ad oggi si è raccontato tutto un altro film affermando che finalmente i medici fiscali avevano raggiunto la stabilizzazione. Ma mi faccia il piacere!!

La differenza con gli 820 medici da convenzionare, è che i medici fiscali inseriti nelle liste ad esaurimento e tutelati dalla norma sulla prioritàgodevano (Ei fu) di una vera stabilizzazione e di una normativa inattaccabile con compensi, sebbene risalenti ad oltre 13 anni fa, del tutto ancora rispettabili e dignitosi.

Il Principe avrebbe detto: “Nojio vulevan savuar l’att di indirizz”

mauro

 

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