IL GIOCO DELLE TRE CARTE

 Contro le osservazioni sull’inserimento del tempo indeterminato, anche se “condizionato dalla durata della convenzione e soggetto a rinnovo” (unico caso in Italia) previsto dalla ipotesi di accordo, sollevate dai ministeri vigilanti e confermate dal Collegio dei Sindaci, si sono alzate proteste, imprecazioni, suppliche per finire con minacce, vere o presunte, di probabili azioni legali.


Cerchiamo di esaminare la vicenda ricorrendo, come sempre, alla documentazione ufficiale per capire meglio come stanno realmente i fatti.


Le liste ad esaurimento, previste dalla legge 125/2013, sono costituite da medici fiscali con almeno 20 anni di anzianità di incarico e, la maggior parte di loro, ha iniziato l’attività quando portava i pantaloncini corti e in Italia ancora non era esplosa la bomba di Tangentopoli.


L’articolo 4 che le prevede, recita nel titolo: Disposizioni urgenti in tema di immissione in servizio di idonei e vincitori di concorsi, nonché di limitazioni a proroghe di contratti e all'uso del lavoro flessibile nel pubblico impiego”


Appare evidente, quindi, che i medici delle liste ad esaurimento sono inseriti in un percorso di stabilizzazione (vera, non con rinnovo o a scadenza come prevede l’ipotesi di accordo), quella stabilizzazione di cui alcuni si riempiono solo la bocca, ma fanno del tutto per far rimanere i medici fiscali precari a vita (cambiare tutto per non cambiare nulla: Tomasi di Lampedusa, docet).


Anche lo stesso TAR del Lazio, in via incidentale, in una recente sentenza ha affermato che il rapporto dei medici iscritti nelle liste ad esaurimento si pone come un rapporto a tempo indeterminato. Non poteva essere diversamente.


L’ipotesi di accordo, invece di seguire un percorso lineare e prevedere, come anche recita l’atto di indirizzo, la durata dell’incarico fino alla permanenza nella lista, che equivale fino ad esaurimento della stessa per i medici ivi inclusi, ha tirato fuori dal cilindro il “tempo indeterminato” per tutti, anche per coloro che saranno incaricati, con un rapporto libero professionale solo 24 ore prima.


Qualcosa non quadra.


Lo stesso INPS, per giustificare questa scelta, così afferma nella comunicazione al CDS: Al riguardo, l'Amministrazione ha evidenziato che la disciplina relativa ai medici delle cosiddette liste ad esaurimento di cui all'art . 4, comma 10-bis, del decreto- legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 e all'art . 1, comma 340, della legge 27 dicembre 2013 n. 147, «trova la sua genesi nella previsione di legge per cui "l'INP5, per l'effettuazione delle visite mediche di controllo domiciliari ai lavoratori assenti dal servizio per malattia, si avvale, in via prioritaria, dei medici inseriti nelle liste speciali' in questione». Per gli altri medici fiscali, invece, e state ritenuto che la partecipazione a una procedura selettiva pubblica possa giustificare ii conferimento d'incarico a tempo indeterminato…


“L'Amministrazione ha, inoltre, ritenuto di poter aderire alla richiesta sindacale volta a evitare disparita di trattamento tra medici chiamati a svolgere la medesima attività”.


Sarebbe interessante conoscere se e quali sono le organizzazioni sindacali che hanno avanzato tale richiesta.


Quindi, a monte della questione, vi è, almeno ufficialmente, l’intento di non creare disparità di trattamento.


È la prima e unica volta che in Italia, una tutela prevista da una legge imperativa emanata dal Parlamento, il blocca lista e priorità, a tutela di lavoratori che vantano anni ed anni di servizio, crea una disparità di trattamento.


Se così fosse, coloro che predicano tale presunta disparità, avrebbero potuto e dovuto far sollevare una questione di legittimità costituzionale della norma o raccogliere le firme per far indire un referenum abrogativo della legge blocca liste e priorità.


È come se, i sindacati della scuola proponessero al Ministero dell’Istruzione di riservare il medesimo percorso di stabilizzazione previsto per i professori inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, tutelati da una legge, con anni e anni di servizio alle spalle, anche ai docenti appena laureati chiamati a svolgere la medesima attività, facendo perdere ogni diritto ai primi.


Probabilmente, un rifugio nella Terra del Fuoco non sarebbe sufficiente per sottrarsi all’ira degli insegnanti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento che si vedrebbero privare di ogni loro sacrosanto diritto soggettivo.


Senza dubbio, a beneficiare della estensione a tutto il mondo del tempo indeterminato e parità di diritti previsti dall’ipotesi di accordo, saranno soprattutto gli 820 medici da convenzionare ai sensi della legge 160/2019.


Infatti, l’atto di indirizzo per il loro convenzionamento prevede che “L’INPS assicura al personale medico da convenzionare le tutele normative e previdenziali previste dalla legislazione vigente secondo principi di equità normativa e retributiva in relazione alle altre tipologie di medici che operano con l’Istituto in rapporto convenzionale”.


Del resto, è stata condotta un’efficace azione di marketing sia nei confronti dei politici che di figure istituzionali atta a far passare il messaggio che medici fiscali e medici esterni, fossero una sola categoria, quindi, quello che vale per l’una vale anche per l’altra.


Il decisore politico ha sapientemente recepito il messaggio, prima con l’articolo 1, commi 458,459 e 460 legge 160/2019 e, successivamente, con l’atto di indirizzo per il convenzionamento degli 820 medici.


Avendo eliminato il tempo indeterminato e ogni diritto soggettivo per i soli medici fiscali inseriti nella lista ad esaurimento, les jeux son fait. Rien ne va plus.


Forse sarebbe opportuno iniziare a prenotare un volo per la Terra del Fuoco.


Il Principe avrebbe detto: “Cca nisciuno è fesso”.


mauro


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