SAPER FARE DI CONTO
Avendo a disposizione quelli che
dovrebbero essere i dati definitivi, torniamo a ragionare sui compensi. Per
coloro che non fossero in possesso di un pallottoliere, o avessero difficoltà
ad utilizzarlo, sono disponibili chiarimenti e corsi di recupero,
gratuitamente, anche durante il periodo emergenziale e, per i soggetti più in
difficoltà, sono previsti tutorial per percorsi guidati.
Premesso
ciò, il compenso, in base all’ultima versione della convenzione in discussione,
è composto da un importo fisso mensile, pari a euro 2.489,75 lordo
per una reperibilità su 49 fasce mensili, di cui 2 in
giorno festivo. Se dividiamo l’importo di 2.489,75 per il numero di ore,
pari a 196 (49 fasce x 4 ore), cioè, ca 47 ore settimanali (Stakanov,
in confronto, era un nullafacente) abbiamo un importo di euro12,70/ora
lordo, inferiore al tariffario minimo del 1992, che era di
euro 20,66/ora. Solo a titolo di confronto, la paga base di un
“Monnezzaro” che lavora all’A.M.A., è di euro 14,50/ora lordi e gli vengono
forniti, gratuitamente, tutti i DPI.
L’importo
della visita previsto dalla nuova convenzione, è di euro 25,00/visita domiciliare
in giorno feriale, inferiore al tariffario minimo del 1992, che era
di euro 25,82.
Il
compenso previsto dalla vigente disciplina, fermo al
2008, della visita domiciliare in giorno feriale, è di euro 52,00(41,67
+ la media tra 6,10 e 15 euro). Tale importo, per avere un dato scientifico di
confronto con i compensi indicati nella convenzione in discussione, che
sono al 3 dicembre 2021, dovrebbe essere aggiornato. In base all’indice
ISTAT più basso per l’aggiornamento al 30 novembre 2021,
relativo al costo della vita, il compenso a visita sarebbe di euro 58,00(quello
reale, è di euro 62,27). Nonostante questa precisazione, prendiamo comunque il
compenso di 13 anni fa.
Iniziamo:
Il
numero di visite, di regola, in base alla convenzione in discussione (articolo
20, comma 1), è di 3 visite per fascia (elevabili a 4 in caso
di necessità), che danno un carico di 147 visite al mese (196
in caso di 4 visite/fascia).
Compenso
mensile, in base alla disciplina vigente con compensi del 2008, è
di euro 7.644,00 lordi (n.147 visite x euro 52,00);
compenso
mensile, in base alla convenzione in discussione, è di euro 6.164,75 lordi (n.147
visite x euro 25,00 + euro 2.489,75). Non si considera l’attività ambulatoriale
perché l’importo previsto corrisponde esattamente alle 3 visite previste per la
fascia, quindi, o si fa l’ambulatoriale o si fanno le visite, il risultato non
cambia.
Reddito
annuale su 11 mesi effettivi di lavoro su 147
visite al mese:
vigente
disciplina con compensi fermi al 2008= 7644,00 x 11 mesi = 84.084,00;
convenzione
con compensi aggiornati al 3
dicembre 2021 = 67925,00 + mese “ferie” (sempre se ci si ammali o
infortuni,si aspetti un bebe o ci si debba assentare per motivi personali)euro
2.489,75 = 70.302,00.
Il
rimborso polizza, così come il rimborso contributo formazione, non sono stati
inclusi essendo irrilevanti ai fini del conteggio finale perché si compensano.
volendo
calcolare i compensi, tenendo presente la
contribuzione enpam, il discorso è più complesso perché le aliquote sono
differenti:
19,50% a
partire dal 2021 per la quota B – Fondo libera professione - senza variazioni
successive;
mentre,
per il Fondo della medicina generale, previsto dalla convenzione, si va
dal 23% dal 2021 per arrivare al 26% nel
2024. Quindi, in questo caso, l’aliquota contributiva che resta a carico
del medico varierà dal 10% del 2021 al 13% tra 2 anni (poi bisogna
sempre spiegare ar popolo che, come chiarito anche dal MEF, INPS pagherà la
propria quota di contributi previdenziali sempre dai 50 milioni a disposizione
e non sono, quindi, a carico dell’Istituto come si vorrebbe far credere).
Quindi, calcolando
il compenso al netto dell’ENPAM, partendo a regime nel 2022, si avrebbe:
vigente
disciplina con compensi ancora fermi al
2008: 84084,00 – 19,50% = 67.687,62 l’anno,
al netto contributo enpam
convenzione con
compensi aggiornati al 3 dicembre
2021:
70.302,00
– 11% = 62.568,78 l’anno per il 2022 al netto contributo
enpam
70.302,00
– 12% = 61.865,76 l’anno per il 2023 al netto contributo
enpam
70.302,00
– 13% = 61.162,74 l’anno per il 2024 al netto contributo
enpam
La
differenza, infine, aumenta notevolmente in sede di
dichiarazione redditi perché, mentre con la vigente disciplina il medico porta
in detrazione, come oneri deducibili, i contributi previdenziali
per intero (euro 16.396,38), con la convenzione in discussione potrà
portare in detrazione solo la quota parte che resta a suo carico.
Ognuno, in base al proprio reddito complessivo, può facilmente calcolare, con
precisione, questa ulteriore differenza.
Grossolanamente,
dal 2022 come reddito, se gli scaglioni IRPEF resteranno quelli attuali, si
avrà:
vigente
disciplina, reddito mensile netto per
un medico residente, ad esempio, nella regione Marche (comune non specificato),
senza coniuge a carico e con 2 figli a carico al 50% =
euro 5.029,29 e
non varia dal 2022 in poi
convenzione
in discussione, reddito netto mensile per un medico
residente, ad esempio, nella regione Marche (comune non specificato), senza
coniuge a carico e con 2 figli a carico al 50% = euro 4.075,22 nel
2022
differenza
reddito annuale netto tra le due proposte:
anno
2022 = 11.448,84, pari al 24%
nel caso di carico di
lavoro massimo, pari a 196 visite/mese, la differenza arriva al 36%. E’ l’unico
caso al mondo, dove più lavori e meno guadagni. Più furbi di così è impossibile
trovarli.
In entrambi i confronti non sono stati indicati i
rimborsi Km, perché, almeno quelli, nella nuova convenzione sono calcolati allo
stesso modo (rimborso 1/5 lt benzina).
Ovviamente,
come ricordato, i compensi utilizzati per i calcoli sono quelli fermi al 2008,
da aggiornare in base all’indice ISTAT (vedasi decreti del 2000 e 2008), che,
se aggiornati anche al minimo (solo 5 euro in più a visita) avrebbero fatto
lievitare maggiormente la differenza (euro 16.712,27/anno).
Ci
troviamo di fronte al primo, e probabilmente unico contratto nella
storia sindacale,in cui i lavoratori percepiranno un importo inferiore, e
non di poco, rispetto al contratto di 13 anni prima (NON DELL’ALTRO IERI). Neanche quando a decidere, con
atto d’imperio, erano esclusivamente il Ministero del Lavoro e INPS, come nel
1996, 2000 e 2008, vi è stata una tale mortificazione, anzi, con il decreto del 2000 si sono agganciati
i compensi al tariffario minimo nazionale e, con quello del 2008, sono
stati aggiornati in base all’indice ISTAT.
Se poi alla riduzione dei compensi aggiungiamo
la precarietà dell’incarico, obblighi, vincoli e incompatibilità da lavoro
dipendente, il pacco è completo.
Tra
l’altro, il meccanismo previsto dalla convenzione in discussione, importo fisso
uguale per tutti e nessuna clausola di garanzia per i carichi di lavoro minimi
(non è previsto alcun compenso sostitutivo se le 90 visite non venissero
assegnate), a differenza del carico blindato, creerà, su tutto il territorio
nazionale, notevoli discriminazioni
(quelle che si raccontava si volessero eliminare) tra medici, aumentando la
“forchetta” dei compensi percepiti e penalizzando ulteriormente chi opera
in territori con poche visite che sarà inevitabilmente costretto a dover
percorrere svariati km aggratis. Questo argomento verrà approfondito
successivamente.
Non
riportiamo, inoltre, per non creare ulteriori malumori, i compensi previsti
dalla disciplina vigente applicando il
regime forfetario. Ad oggi, almeno ufficialmente, non sappiamo se invece i
compensi previsti dalla ipotesi di accordo potranno essere assoggettati al
regime forfetario in quanto sono presenti istituti, come la contribuzione
previdenziale o il permesso retribuito (anche se pagati stornando i soldi dai
compensi. Vallo a spiegare alla Commissione tributaria) che non farebbero
rientrare l’incarico, ai soli fini fiscali, nella tipologia libero
professionale. Bisognerà attendere la decisione della Agenzia delle entrate.
Non
essendo più prevista, infine, la quota fissa in proporzione alla distanza (€
6,10 e 15) che mitigava i costi auto e, visto che si dovrà girare la provincia
come trottole, sarebbe opportuno indicare, nelle dichiarazioni aggiuntive che
verranno sottoscritte, l’elenco, suddiviso per provincia, degli sfasciacarrozze
c/o i quali ogni 2 anni si potranno lasciare le proprie auto.
Il
Principe avrebbe detto: “E io pago. E io pago!!!”
mauro