STAI SERENO

 

Sembra, ma sicuramente non sarà vero, che in alcuni ambienti crei fastidio sottoporre all’attenzione di chi legge i post, dubbi ed eventuali critiche (costruttive) riguardanti l’ipotesi di accordo.

L’ultimo fastidio, in ordine di tempo, riguarda l’aver messo in discussione l’interpretazione delle norme previste dalla ipotesi di accordo concernenti le modalità di riconoscimento del compenso mensile per la disponibilità e, di conseguenza, il numero di visite da assegnare.

L’ipotesi di accordo, all’articolo 20, comma 2, recita:

“2. L’incarico per l’effettuazione delle visite mediche di controllo sui lavoratori in malattia prevede un rapporto convenzionale con remunerazione delle visite effettuate, in aggiunta ad un compenso mensile, come indicato al successivo art. 21, per la reperibilità su entrambe le fasce giornaliere nei giorni feriali, almeno tre fasce nelle giornate del sabato e almeno due fasce nelle giornate festive del mese”.

L’articolo 21, comma 2, recita:

“2. Il compenso mensile, per la reperibilità su entrambe le fasce giornaliere feriali, come declinata al precedente articolo 20, è fissato in 2.489,75 euro.

Infine, l’articolo 21, comma 3, recita:

3. Per una disponibilità, in ciascun mese dell’anno solare, su entrambe le fasce giornaliere per tutti i giorni lavorativi e due fasce di reperibilità festive, sono assegnate a ciascun medico di controllo almeno 990 visite mediche di controllo domiciliare per anno solare, pari ad una media di 90 visite al mese.

Ricordato, ciò e ricorrendo alla interpretazione letterale delle norme avanti citate, la domanda dovrebbe sorgere spontanea: Nel caso in cui non si dovesse garantire la disponibilità come sopra declinata, l’indennità mensile verrebbe corrisposta per intero, in proporzione o per niente? E il numero delle visite da assegnare, sarà comunque di almeno 90 visite mese?

Gli infastiditi, sostengono, che l’indennità mensile per la disponibilità venga riconosciuta sempre, a prescindere.

Forse ignorano, costoro, la differenza tra stipendio e compenso.

Possiamo proporre, non avendo la preparazione tecnica di alcuni esperti in materia, solo qualche stupido esempio.

Un medico si assenta per 15 giorni, causa malattia. Interviene la compagnia di assicurazione che, tramite la polizza da sottoscrivere attraverso l’ENPAM, riconosce al medico un indennizzo.

Domanda cretina: può lo stesso medico percepire l’indennità totale mensile per la disponibilità e, nello stesso tempo l’indennizzo riconosciuto previsto dalla polizza di assicurazione? Se è come sostengono gli infastiditi, che la disponibilità deve essere totalmente riconosciuta, conviene marcare visita e stare comodamente a casa prendendo 2 indennità.

Altro caso infantile: medico che si assenta 15 giorni per motivi personali senza garantire la disponibilità, in compenso gli arriva sul proprio c/c l’indennità mensile totale!!!!! Quindi, tutti al mare.

Per non parlare, poi, di gravidanza, affido, gravidanza a rischio, adozione, ecc. dove ENPAM riconosce sin dal primo giorno un indennizzo abbastanza sostanzioso. Anche in questo caso, il medico, secondo i furbastri, nonostante non abbia garantito la disponibilità, percepirebbe indennizzo ENPAM e indennità di disponibilità!!! Che pacchia sta convenzione!!!! Hai voglia quanti medici dipendenti lasceranno l’impiego per correre a svolgere l’attività di medico fiscale.

Stesso discorso per le visite. Non si garantisce la disponibilità, ma si vorrebbe pretendere ugualmente lo stesso numero di visite!!! Piatto ricco mi ci ficco.

Ritorniamo ai dubbi (che infastidiscono) sollevati nel post criticato, in quanto occorrerebbe capire che cosa accadrebbe nel caso in cui il medico non dovesse garantire la disponibilità per alcuni giorni.

Perderebbe totalmente l’indennità di disponibilità, visto che le norme non prevedono né presuppongono un riconoscimento in proporzione alla presenza, oppure l’indennità verrebbe decurtata per i soli giorni di assenza?

L’invito che circola in rete lanciato dagli infastiditi, ricorda quello di un ex premier: stai sereno (sappiamo tutti, poi, che fine abbia fatto il destinatario di questo messaggio).

Alcuni sostengono che bisogna essere sereni perché sembra che tutto ciò che non è chiaro nelle norme contrattuali, verrà successivamente chiarito da interpretazioni congiunte INPS Sindacati.

Non bastavano gli addendum per convincere er popolo perplesso, adesso sono saltate fuori anche le interpretazioni congiunte.

Il bello è che alcuni non hanno neanche compreso le eventuali modifiche al testo proposte. Mah

Che cosa non si direbbe e farebbe per conquistare e/o mantenere un posto al sole!!!.

Il Principe avrebbe detto: “Ma mi faccia il piacere, si informi”.

mauro

 

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