ALICE NELLA CONVENZIONE DELLE MERAVIGLIE

 

Tra le tante meraviglie previste dalla ipotesi di accordo che si raccontano per fare breccia, due sono le più ricorrenti: lo spauracchio di un nuovo emendamento killer e un altro 29 aprile non torneranno.

Sul primo punto, si è dimenticati di ricordare  che l’emendamento killer andava ad eliminare proprio il rapporto convenzionale previsto dal dlgs 75/2017.

Tra l’altro, l’applicazione dell’eventuale riedizione di un tale emendamento, che è bene ricordare si tratta di provvedimento legislativo, sarebbe facilitata proprio dalla convenzione che non potrebbe far altro che accoglierlo a “braccia aperte” lasciando le OOSS con il cerino in mano (e i medici senza incarico). Recita l’ipotesi di accordo:

5. Salvo tempestiva informativa alle OO.SS., non si procede ad addendum e revisioni della convenzione in caso di provvedimenti legislativi che di fatto modificano il contenuto di singole parti della convenzione stessa in modo chiaro e univoco e pertanto sono immediatamente applicabili.

Sul secondo punto, che la convenzione avrebbe impedito un altro 29 aprile, le fake sono state prodotte a livello industriale.

Va bene pubblicizzare il proprio prodotto, del resto la pubblicità è l’anima del commercio, ma non è corretto ricorrere a quella ingannevole.

Cerchiamo di capire.

Quanto è accaduto il 29 aprile del 2013, con la diminuzione dei carichi di lavoro, non è stato causato, come si vorrebbe far credere, dalla disciplina vigente bensì, come chiarito dal TAR, dalla obbligatoria applicazione, da parte di INPS, della legge sulla spending review che ha diminuito le risorse finanziarie a disposizione.

Del resto INPS ha ampiamente dimostrato che, grazie al data mining, riusciva a tenere sotto controllo l’assenteismo con visite mirate, quindi diminuendone il numero.

Il curioso è che tutti coloro che avevano osannato il data mining, si sono improvvisamente volatilizzati. Che spettacolo!!

Inoltre, si dimentica anche di raccontare che ad aprile 2013 non esistevano ancora il Polo Unico con i suoi 50 milioni di euro, il blocca liste e la priorità.

Oggi, nonostante le norme di legge emanate avanti ricordate che potrebbero salvare i medici fiscali da un altro 29 aprile, l’ipotesi di accordo, al contrario, spalanca le porte per una sua eventuale riedizione

Recita l’ipotesi:

6. In caso di nuovi provvedimenti legislativi che dovessero modificare le risorse finanziarie a disposizione per l’espletamento delle visite mediche di controllo, l’INPS convocherà immediatamente le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, per una verifica congiunta degli impatti sul sistema gestionale e delle remunerazioni dei medici fiscali e al fine di valutare linee di azione appropriate e concordate.

Ma, se come si racconta, l’ipotesi di accordo garantisce, a prescindere, come avrebbe detto il Principe, l’indennità fissa mensile + un minimo di 90 visite, quale verifica congiunta INPS e OOSS dovranno effettuare?

La diminuzione dei carichi di lavoro, da aprile 2013 a dicembre 2017, parzialmente attenuata nel 2018 fino alla utilizzazione dei 50 milioni di risorse disponibili avvenuta nel 2019, ha inciso e inciderà notevolmente sugli importi delle pensioni, soprattutto su quelle dei monomandatari.

Invece di raccontare baggianate, se veramente si volevano tutelare i medici pensionandi monomandatari, che più degli altri hanno subito il danno a causa della diminuzione delle visite, quindi dei compensi, sarebbe stato sufficiente prevedere la cessazione (volontaria) dal servizio almeno al compimento dell’età anagrafica di 75 anni (per coprire i 5 anni di buco), nel rispetto delle norme in vigore trattandosi di semplice incarico libero professionale e non di una convenzione del SSN.

Il Principe avrebbe detto: “Ma mi faccia il piacere, si informi!”

mauro

 

 

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