DA NON CREDERCI
Non
si sa se è uno scherzo oppure risponde a verità, ma sembra che vi siano medici fiscali, incaricati anche come medici di
continuità assistenziale o come altri profili, ansiosi di conoscere la data
presunta di entrata in vigore della ipotesi di accordo perché obbligati a dover
rassegnare le dimissioni da detti incarichi.
Tale
ansia, senza dover interpellare i Piani Alti, potrebbe venire tranquillamente placata
leggendo l’ipotesi di accordo che, all’art.2, comma 3, recita:
3. Il
presente Accordo, di durata triennale, tenuto conto della necessità di
modificare radicalmente gli applicativi informatici a supporto di quanto nel
prosieguo regolamentato, entra in vigore
dal primo giorno del mese successivo, decorsi sei mesi dalla data della stipula
E, ancora, all’art.13, comma 10:
10. Il
regime delle incompatibilità si applica anche ai medici delle liste ad
esaurimento di cui all’ art. 4 comma 10 bis del D.L. 31 agosto 2013 n. 101,
convertito con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2013 n. 125. In sede di
prima attuazione del presente ACN, i medici delle liste ad esaurimento sono tenuti alla presentazione della
dichiarazione annuale di non inconferibilità e non incompatibilità, nel termine
di 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente convenzione, ai
sensi dell’articolo 2, comma 3.
Quindi, facendo i conti, è sufficiente chiedere a qualsiasi
rappresentante sindacale, che ha sottoscritto l’ipotesi di accordo, la data
della stipula, aggiungere 180 giorni + 30, e il gioco è fatto.
Certo, risulta alquanto singolare venire a conoscenza
che ci sia una moltitudine di medici fiscali incaricati anche come medici di
continuità assistenziale o con altre convenzioni del SSN, che non vedono l’ora di rinunciare:
ad un rapporto parasubordinato
a tempo indeterminato;
a tutele reali e non virtuali;
alla indennità di malattia e
infortunio fin dal primo giorno (specialisti ambulatoriali);
alla possibilità di avere un
rapporto a 38 ore settimanali che verrà esteso anche ai medici di continuità
assistenziale;
ad una retribuzione più che dignitosa
e garantita;
ad un reddito assimilato, dal
punto di vista fiscale, a quello da lavoro dipendente;
a leggi superblindate e
intoccabili che regolamentano le convenzioni del SSN;
alla possibilità di poter
accedere alla dipendenza.
Per abbracciare un rapporto:
libero
professionale precario;
che
prevede solo tutele ottenute con partite di giro;
dove
obbligatoriamente bisogna garantire almeno 48 ore settimanali e fino a 56;
che non
garantisce il numero di visite da assegnare;
dove
l’indennità fissa mensile è subordinata alla disponibilità garantita;
che non
garantisce un compenso mensile certo;
che,
pur essendo di natura libero professionale, prevede obblighi, vincoli e
incompatibilità che si riscontrano solo in un rapporto di dipendenza;
che
prevede compensi inferiori a quelli risalenti al 1992 previsti dal tariffario
minimo nazionale;
che
prevede la cessazione dell’attività al compimento del 70° anno di età, pur
essendo l’incarico libero professionale;
che pur
svolgendo l’attività esclusivamente con il proprio mezzo, macinando migliaia di
km al mese, sono stati eliminati i rimborsi della quota fissa fermi al 2008,
destinati all’usura della propria auto.
almeno che, almeno che, la “prescia” di
conoscere la data di entrata in vigore della ipotesi di accordo, sia una
scusante ed è invece dovuta ad altri motivi quali, ad esempio, l’utilizzo delle risorse finanziarie
destinate per le visite fiscali.
Infatti, a seguito delle pesanti
incompatibilità previste e del limite di età imposto, si stima che vi siano ca 500 medici fiscali che dovranno lasciare
l’incarico.
In teoria, gli incarichi resisi vacanti dovrebbero essere ricoperti mediante
l’emanazione di bandi.
Tutto molto bello se non fosse per il fatto
che tutti, o quasi tutti i bandi pubblicati
in questi ultimi anni per reperire sul mercato professionisti disponibili a
fare il medico fiscale, sono andati deserti.
Se i
professionisti hanno snobbato gli attuali incarichi, seppure a tempo
determinato, con un compenso sostanzioso e con vincoli, obblighi e
incompatibilità attenuate, come si pensa di trovare medici disponibili a dover
lavorare con un rapporto avente le caratteristiche sopra individuate?
Tra
l’altro, l’aumento dei posti per le specializzazioni e per il corso specifico
in medicina generale che consentono l’accesso a incarichi stabili e dignitosi,
legato al fatto che il SSN può incaricare anche gli specializzandi, non ci
vuole molto ad indovinare che anche i prossimi bandi andranno deserti.
E se i bandi andranno deserti,
le risorse finanziarie oggi previste per le visite fiscali che saranno
inutilizzate, che fine faranno ricordando che sono state “confuse” con quelle
destinate per i maggiori oneri dovuti al convenzionamento di 820 medici esterni?
Il Principe avrebbe detto: “Ma mi faccia il
piacere!!”
mauro