INIZIARE A METTERE DA PARTE I SOLDINI PER PAGARE LE TASSE IL PROSSIMO ANNO

 

Dopo aver ottenuto compensi inferiori addirittura a quelli in vigore nel 1992 previsti dal tariffario unico nazionale, la perdita di diritti acquisiti, vincoli, obblighi e incompatibilità che si riscontrano solo in un rapporto di dipendenza e altre varie amenità, bisognerà che i medici fiscali pongano anche molta attenzione al capitolo tasse, cioè alla saccoccia.

In base alla vigente disciplina, ricorrendone i presupposti (compensi fino a 65 mila euro, reddito da lavoro dipendente o assimilato fino a 30 mila euro, ecc), il medico fiscale può optare per il regime forfetario.

Con la disciplina che verrà introdotta dall’ACN della medicina fiscale, a differenza di quanto previsto dall’ACN per i medici esterni che, all’art.26, comma 7, recita:

7. L’Inps, in qualità di sostituto d’imposta, sui compensi al netto dei contributi di cui ai precedenti commi, provvede ad effettuare le ritenute fiscali dovute sui redditi assimilati a lavoro dipendente e a riversarle all’erario, nonché a produrre annualmente la certificazione fiscale dei compensi erogati.

non si conosce, almeno ufficialmente, quale tassazione verrà applicata sui compensi percepiti dai medici fiscali.

Questo perché, pur essendo la natura del rapporto libero professionale, è a carico INPS (si fa per dire, visto che i soldi sono sempre quelli) il 13% del contributo previdenziale (il restante 13% è a carico del medico).

Sulla base di queste informazioni, non risulterebbe compatibile la eventuale opzione per il regime forfetario che prevede anche il calcolo dei contributi previdenziali in maniera diversa (sul 78% del reddito percepito), incompatibile con la misura del contributo previdenziale da versare a ENPAM.

Facciamo, adesso, un rapido calcolo per stabilire la differenza tra quanto paga oggi di tasse e contributo il medico fiscale che opta per il regime forfetario e quanto dovrà, pagare, invece, obbligatoriamente, in base all’ACN della medicina fiscale, quindi in regime di reddito da lavoro autonomo.

Percependo un compenso annuo di € 60 mila (49 fasce x 3 visite/fascia mix di visite/accessi + indennità fissa mensile), abbiamo:

in base alla vigente disciplina, versando il 19,50%, calcolato sul 78% di imponibile, pari a € 9.126,00 al Fondo B Libera professione, optando per il regime forfetario:

78% di € 60.000,00= € 46.800,00 – 9.126,00= € 37.674,00 di reddito imponibile sul quale si calcola il 15% = € 6.651,10 di imposta da pagare nell’anno.

In base alla disciplina prevista dall’ACN della medicina fiscale:

€ 60.000,00 - € 7.800,00 (13% contr. prev. a carico medico)= € 52.200,00 reddito imponibile sul quale applichiamo le aliquote IRPEF 2022 pari al 23%,25%,35% e 43%= € 15.346,00 di imposta da pagare nell’anno.

Differenza a carico del medico fiscale, tra la disciplina vigente e quella prevista dall’ACN:  € 8.695,00 di imposta.

Differenza tra il contributo previdenziale calcolato con il regime forfetario e quello calcolato con regime ordinario, è  pari a € 1.148,90.

Quindi, il medico fiscale, in base alla disciplina prevista con l’ACN, avrà un maggior esborso annuale di € 7.546,10 (8.695,00 – 1.148,90).

Altro che 13° mensilità o ferie pagate!!!!

Il Principe avrebbe detto: “Cca nisciuno è fesso! Ha capito!!

mauro

 

 

 

 

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