25 LUGLIO: LE BUFALE CONTINUANO
Si
sente raccontare in giro, ma sicuramente non sarà vero, che grazie alla
Convenzione è stato rimandato se non addirittura affossato il progetto del “Medico
unico”.
Per
carità, ognuno è libero di raccontare tutto ciò che gli passa per la mente, anche
a causa di queste torride giornate di fine luglio, ed è altrettanto pacifico
che ognuno creda a quello che viene farneticato, ma tecnicamente tale narrazione è completamente fuori dalla
realtà.
Se la convenzione avesse recepito la
disciplina vigente, integrandola con il carico blindato, mantenendo la priorità
e la durata dell’incarico fino alla permanenza nella lista ad esaurimento, come
prevedono le leggi a tutela dei medici fiscali, allora si sarebbe potuto affermare
tale verità.
È
bene ricordare, invece, che il testo approvato con una maggioranza bulgara, non prevede:
la consistenza numerica minima dei
sanitari;
che
le risorse stanziate vengano utilizzate
esclusivamente per le attività di medicina fiscale di cui i medici della lista
ad esaurimento hanno la priorità, ivi comprese le attività ambulatoriali;
la durata dell’incarico fino alla permanenza
nella lista ad esaurimento.
Inserendo
queste elementari tutele, chiudendo bene il cancello dietro ai medici delle
liste ad esaurimento, qualcuno sarebbe
rimasto con il cerino in mano.
Se
poi aggiungiamo che le risorse finanziarie del Polo Unico sono state “confuse”
con quelle destinate ai medici esterni, non ci vuole una grande mente per
capire quale sarà la direzione.
Tra
l’altro, come se non bastasse, viene
anche raccontato che il ritardo della entrata in vigore della Convenzione,
additando presunti e non specificati interventi ostativi, sta mettendo a
rischio incarichi e risorse per via dello scioglimento delle Camere.
Si
dimentica, forse, che il ritardo della
entrata in vigore della Convenzione, previsto entro 31 agosto 2017, è dipeso
solo ed esclusivamente dalle scelte degli Attori che hanno condotto le
trattative e non certo da chi, largamente minoritario, non essendo d’accordo
sul testo approvato, ha espresso, democraticamente e umilmente, il proprio
dissenso.
Non risulta, tra l’altro, almeno fino ad
oggi, che il Testo approvato sia stato sottoposto a referendum tra i medici.
Inoltre,
non viene spiegato come, a Parlamento
sciolto, quindi impossibilitato ad esaminare nuovi Disegni di legge, si corra
il rischio di “perdere” le risorse stanziate.
Fare un parallelo con il 2013, significa
pensare che le persone destinatarie delle informative diffuse, portino l’anello
al naso.
Quando
fu sciolto il Parlamento nel 2013, la legge
che obbligava INPS a ridurre le spese correnti, quindi anche le visite fiscali,
era già entrata in vigore il 1 gennaio di quell’anno.
Infine,
se anche oggi dovesse essere emanata una
norma analoga, pur essendo la
Convenzione già in vigore, non vi sarebbe per i medici alcuna forte tutela che
lo potrebbe impedire, in quanto il testo approvato prevede soltanto:
“In caso di nuovi provvedimenti
legislativi che dovessero modificare le risorse finanziarie a disposizione per
l’espletamento delle visite mediche di controllo, l’INPS convocherà
immediatamente le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, per una verifica congiunta degli impatti
sul sistema gestionale e delle remunerazioni dei medici fiscali e al fine
di valutare linee di azione appropriate e concordate”.
Senza il carico blindato, la blindatura
delle risorse, la consistenza numerica minima dei sanitari con l’incarico fino
alla permanenza nella lista ad esaurimento e la priorità, l’articolato di cui
sopra conta quanto il due di bastoni a Briscola se regna denari, essendo
paragonabile, al massimo, ad una “lettera di intenti”.
Il
Principe avrebbe detto: “Ma mi faccia il piacere!! Si informi!!”
mauro