Post

CALIFORNIA DREAMING

  Da diversi ambienti, sembra che ci si agiti per la mancata entrata in vigore,   dal 1 febbraio, della ipotesi di accordo   grazie alla quale, secondo alcuni, avrebbe risolto il problema della diminuzione dei carichi di lavoro, in alcune sedi, che si protrae dal mese di gennaio. Come più volte ricordato, il termine di entrata in vigore previsto dalla stessa ipotesi di accordo, mancando le clausole di salvaguardia,  è un termine assolutamente di tipo ordinatorio e non perentorio. È strano che nessuno, invece, si preoccupi del budget il quale non ha subito un incremento, anzi,  dopo lo spacchettamento dei 50 milioni di euro , tra visite d’ufficio e quelle richieste dai datori pubblici, in questo periodo quasi del tutto assenti come quelle dei datori privati, nonche  la commistione con le risorse destinate agli 820 medici da convenzionare , pari a 7,2 milioni di euro,  qualche problemino sembra stia venendo alla luce. Ammesso che il budget sia sempre il medesimo, senza subire diminuzioni

LA PUFFETTA, IL PUFFO INVENTORE E IL GRANDE PUFFO

  Come si ricorderà, lo scorso anno,   la Commissione Bilancio della Camera aveva respinto , con grande soddisfazione nel mondo dei Puffi,   un emendamento il cui fine era quello di escludere dalle attività che svolgeranno gli 820 medici da convenzionare, gli accertamenti medico legali sulla malattia e blindare le risorse del Polo Unico. In questi giorni, come già anticipato, è stato emanato il  decreto interministeriale che contiene l’atto di indirizzo per la stipula delle convenzioni degli 820 medici, previsto dall’articolo 1, comma 459, legge 160/2019 L’atto di indirizzo, all’articolo 5, recante “Disciplina del rapporto convenzionale”, recita: “Le convenzioni, stipulate dall’INPS e dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative, dovranno prevedere che  l’attività convenzionale potrà riguardare tutti gli adempimenti medico legali di competenza istituzionale dell’INPS” Non vi è alcun dubbio, ovviamente, oppure se qualcuno lo dovesse avere basta leggersi  qual

90 E 45, AMBO SU TUTTE LE RUOTE

  Bisogna riconoscere che è veramente strano il mondo della medicina fiscale. A seguito della contrazione di visite assegnate in alcune Sedi dall’inizio dell’anno, vengono organizzate raccolte dati e presentate richieste a dir poco curiose. Lasciando perdere le  richieste di arretrati e rivalutazioni monetarie perché l’ipotesi di accordo non è entrata in vigore il 1 febbraio,  richieste che si commentano da sole e non necessitano di ulteriori approfondimenti, quello che sorprende è che adesso ci si scandalizzi anche perchè non vengono  assegnate 90 e 45 visite al mese. La disciplina vigente, all’articolo 7, commi 1 e 4, decreto ministeriale 18 aprile 1996, prevede un carico di lavoro, in linea di massima, di 21 visite settimanali, corrispondente a 90 visite al mese, 45 nel caso di disponibilità su una sola fascia, da assegnare in base alle esigenze dell’Ente. Se si desiderava avere la certezza matematica della assegnazione del carico di lavoro previsto, sarebbe stato  sufficiente integ

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

  La bozza dell’atto di indirizzo per   la stipula delle convenzioni di 820 medici , previsto dall’articolo 459, legge 160/2019, consegnata alle OOSS durante l’incontro del 9 novembre 2020 prevedeva, tra l’altro, che   l’eventuale punteggio per il servizio svolto in materia di malattia e inabilità temporanea (medicina fiscale) sarebbe stato valutato esclusivamente nella ipotesi in cui  gli 820 sanitari da convenzionare per l’invalidità civile, sarebbero stati adibiti anche ad altre attività in ambito previdenziale. Probabilmente, anche accogliendo alcune richieste pervenute, l’atto di indirizzo, nella sua versione definitiva, recita:  “gli 820 medici da convenzionare consentiranno all’INPS il presidio  delle funzioni relative alla invalidità civile di cui all’articolo 130 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112,  e delle attività medico legali in materia previdenziale e assistenziale di propria competenza ”;  di conseguenza, il decreto prevede, all’articolo 4, che  “possa essere r

ANTANI, COME SE FOSSE ANTANI, ANCHE PER GLI ARRETRATI LA SUPERCAZZOLA …….

  Ultimamente capita di leggere delle notizie favolose. Sembra che i medici fiscali, non appena entrerà in vigore l’ipotesi di accordo,   avranno diritto a ricevere gli arretrati a far data dall’ultimo trimestre del 2017. Ovviamente, l’applicazione del contenuto dell’ipotesi di accordo deve essere integrale. Non è che si possa scegliere quale parte far decorrere dal 2017 e quale no. Cerchiamo, in base a dati reali, di calcolare l’entità di questi “arretrati”: l’articolo 20 della ipotesi di accordo, stabilisce il numero di riferimento delle   visite, in 3 per fascia . Essendo le  fasce mensili n.49 , va da sé che il   numero di visite totali nel mese, sarà di 147. Se moltiplichiamo questo numero per l’importo a visita, pari a  euro 25,00 , abbiamo  euro 3.675,00 , aggiungiamo, poi, l’importo previsto per  la disponibilità mensile, pari a euro 2.489,75. Tiriamo le somme e abbiamo un totale mensile di euro  6.164,75. Se lo stesso numero di visite,   147 , lo moltiplichiamo

NON CI RESTA CHE PIANGERE ( da Mauro)

  Evidentemente sono in circolazione diverse versioni, sia delle norme che regolamentano il Polo Unico della medicina fiscale che della ipotesi di accordo in corso di approvazione,  oppure si fa un po’ di confusione tra termine ordinatorio e perentorio. Il decreto ministeriale 2 agosto 2017, con il quale è stato emanato l’atto di indirizzo previsto dall’articolo 55 septies, comma 2bis, del decreto legislativo 165/2001,  è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30  settembre 2017 ed entrato in vigore, il 15 ottobre. La data entro la quale doveva essere sottoscritta la convenzione,  31 agosto 2017,  prevista dall’articolo 22, del decreto legislativo 75/2017, è un semplice termine ordinatorio, tanto è vero che, la stessa norma, aveva previsto che  l’atto di indirizzo contenesse la disciplina transitoria  nella eventualità del mancato rispetto della data del 31 agosto…. Analogo discorso riguarda l’entrata in vigore della ipotesi di accordo in corso di approvazione che, all’art

LE RISORSE BALLERINE

Lo scorso anno, avevamo dato notizia che le risorse per la effettuazione delle visite fiscali sui dipendenti pubblici, 50 milioni di euro,  erano state “spacchettate” in 10 milioni per visite richieste d’Ufficio e, 40 milioni, per visite richieste dalle PPAA. Anche nel bilancio preventivo per il corrente anno , risulta lo “spacchettamento”: 7,5 milioni per le visite richieste d’Ufficio e 42,5 milioni per quelle richieste dalle PPAA. Coincidenza vuole che lo spacchettamento delle risorse per le visite fiscali sui dipendenti pubblici, sia venuto alla luce con l’approvazione della legge di Bilancio per il 2020 che prevede la convenzione di 820 medici. La bozza dell’atto di indirizzo per la convenzione di questi sanitari,  NON ESCLUDE  la possibilità di svolgere le visite fiscali. Appellarsi al fatto che l’articolo 13, comma  2, della ipotesi di accordo in corso di approvazione preveda la “incoferibilità” per i medici convenzionati con INPS, conta quanto il 2 di bastoni a briscola se a reg